Foto tratta da ilporticodopinto.it

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Non pensate alle fiches del poker o alle banconote colorate del Monopoli: di fittizio i Bitcoin hanno ben poco. A quattro anni di distanza dalla loro creazione, le monete digitali sono infatti diventati una realtà, e sempre più negozi fisici le accettano. Persino i gemelli Winklevoss, co-fondatori di Facebook, hanno deciso di comprare 11 milioni di dollari in Bitcoin. Non solo: hanno anche chiesto ai regolatori del mercato di permettere a tutti di fare operazioni sulla moneta elettronica, come se fossero comuni pacchetti azionari.

Ma cosa sono i bitcoin, e come si creano?
Bitcoin è una valuta elettronica creata nel 2009 da un collettivo conosciuto sotto lo pseudonimo Satoshi Nakatomo. La caratteristica principale è il modo in cui viene creata la sua base monetaria: non ci sono banche che la stampano, e tutto è affidato a un sistema peer-to-peer. Chiunque può coniare i propri Bitcoin, a patto però che si scarichi un “wallet”, un portafoglio virtuale dove poter custodire e spendere il denaro. Per fare questo, però si devono prima risolvere crittografie e problemi matematici molto complessi. Ogni volta che risolve uno di questi problemi, il sistema conferisce pacchetti di Bitcoin. Non c’è rischio, però, di inflazione: c’è infatti un tetto alla creazione di monete digitali, fissato a 21 milioni.

Usi, rischi e vantaggi
I Bitcoin non possono essere stampati su carta, ed esistono solo nel formato digitale. Per questo motivo il loro valore, fissato su Borse globali, varia di giorno in giorno. Nel giro di pochi mesi, infatti, la quotazione è passata da una decina a 900 dollari. L’eccessiva volatilità è proprio uno dei rischi maggiori per gli investitori: perché una moneta possa essere utilizzata come mezzo di pagamento nelle transazioni commerciali, infatti, deve avere una certa stabilità e deve poter essere messa al riparo dalla speculazione.
Una delle attrattive maggiori della valuta digitale è quella di essere sganciata dalle banche. In questo modo, secondo alcuni analisti, non corre il rischio di essere travolta in scandali come quello che ha coinvolto la Banca di Cipro, che aveva bloccato i prelievi per mancanza di liquidità.
C’è però un risvolto della medaglia. Negli ultimi giorni Bitcoin è tornata sulla ribalta della cronaca per una questione posta al Congresso statunitense. L’Fbi ha segnalato al Senato che l’uso di Bitcoin nel traffico di armi e droghe è in crescita esponenziale. Se è vero che tutte le transazioni sono tracciabili, infatti, è anche vero che il wallet protegge l’anonimato dell’investitore, identificabile solo da un codice alfanumerico. Inoltre la mancanza di localizzazione rende impossibile la regolamentazione. Il Congresso, però, ha stabilito che l’uso di monete digitali è legittimo, riconoscendole parte sempre più importante del panorama finanziario, come ha spiegato Jennifer Shasky Calvery, del Dipartimento del Tesoro americano: «La decisione di portare la valuta virtuale nel contesto normativo potrebbe essere vista da coloro che rispettano la legge come uno sviluppo positivo per il settore. Si riconosce così l’innovazione che la valuta virtuale porta e i benefici che può offrire».

Angela Tisbe Ciociola