“Prospettive di crescita soggette a elevata incertezza”. È Il giudizio con il quale la Commissione dell’Unione Europea ha rivisto al rialzo le stime sul deficit italiano: dal 2,4% al 2,9%. Di conseguenza sui mercati viene annullato l’effetto positivo delle elezioni americane di midterm e lo spread, il differenziale tra i btp italiani e i bund tedeschi, vola verso quota 300. E anche piazza Affari, dopo un avvio discreto (più 0,18%), intorno a mezzogiorno era in flessione dello 0,4%.

La giornata era partita in rialzo non solo a MIlano ma anche sulle altre piazze europee (Francoforte +0,43%, Londra +0,19%, Parigi 0,18% e Madrid 0,16%). Si respirava aria di ottimismo dopo che, ieri, Wall Street aveva reagito positivamente ai risultati del midterm perché hanno rispecchiato le previsioni degli analisti.

Il 7 novembre sono stati presentati i conti dei primi nove mesi dell’anno delle società quotate. Molte partenze positive: Poste (+3,95%), Generali (+0,9%), Bpm (+9%); alcune, invece, negative: Unicredit (-1,3%), Tim (-0,7%), Mediaset (-1,2%). Il dato di Bpm è dovuto dalla prospettata vendita di Npl fino a 8,6 miliardi euro e della piattaforma di servicing. I conti si sono rivelati superiori alle attese degli analisti finanziari e nei primi nove mesi si è registrato un utile netto di 525 milioni di euro, mentre nel trimestre di 172 milioni. Invece, Unicredit è in fondo al listino principale dopo le rettifiche sulla Turchia (riduzione del valore dell’istituto turco Yapi) e i target rivisti in lieve calo per il contesto macroeconomico difficile. In perdita la gran parte del comparto bancario: in rosso Carige (-2,2%), Ubi (-1,4%) e Intesa (-1,3%). Piatta Mps (-0,07%).

A differenza di Milano, le altre piazze europee hanno proseguito in rialzo (Londra +0,3%, Parigi e Francoforte 0,2% e Madrid 0,1%) e aspettano con interesse la riunione della Fed, la banca centrale americana, sui tassi d’interesse e il prossimo incontro Usa – Cina per trovare un accordo sui dazi. I listini del Vecchio Continente sono trainati dal comparto finanziario (+0,7%) dove si mettono in mostra Commerzbank (+5,9%), Sociètè Generale (+3,4%), Barclays e Credit Agricole (+1,5%). Bene anche gli energetici dove avanzano Shell (+0,8%), Total (+0,5%) e Repsol (+0,8%).