La reazione di un passante alla forte perdita della Borsa di Tokyo Ph. EPA/KIMIMASA MAYAMA

Nel giorno in cui la Borsa di Tokyo registra la peggiore chiusura dallo Tsunami 2011, c’è chi in Giappone vuole cambiare il fuso orario per rafforzarla. L’idea è del governatore di Tokyo Naoki Inose: spostare le lancette in avanti del Paese per rafforzare gli scambi dell’Indice Nikkei a danno di grandi centri asiatici come Hong Kong e Singapore.

La proposta è arrivata nella giornata di mercoledì 22 maggio dopo che la Borsa di Tokio aveva accusato una perdita di 1143,28 punti, la peggiore in oltre due anni. A incidere sul -7,32% dell’indice Nikkei le turbolenze sui tassi a lungo dei titoli di Stato che hanno colpito i titoli immobiliari, i dati sulla produzione in Cina, il calo del dollaro che ha penalizzato le azioni del comparto degli esportatori, le dichiarazioni al Congresso Usa di Ben Bernanke. Il numero uno della Federal Reserve aveva lanciato segnali ambigui sulla “exit strategy” dalle politiche monetarie ultra espansive di fronte alla ripresa dell’economia americana.

Il cambio di fuso orario è stato pensato per garantire che i mercati di Tokyo possano aprire quando New York chiude, in un’ideale contrattazione continua a livello globale, visto che alla chiusura di Tokyo si collegherebbe poi il suono della campanella dell’inizio degli scambi a Londra. Le probabilità affinché il progetto si si realizzi non sono moltissime.

L’attuale orario standard in Giappone, infatti, è stato adottato nel 1886 ed eventuali modifiche richiederebbero interventi normativi ed eventualmente l’approvazione di altri paesi. Scettico il ministro per le politiche economiche e fiscali, Akira Amari: “Non sono sicuro possa essere opportuno spostare le lancette di due ore per soddisfare il settore finanziario”. Inose non è nuovo a uscite pubbliche choc come i pesanti commenti sulla matrice islamica di Istanbul, città che insieme a Tokyo e Madrid, corre per organizzare i Giochi olimpici estivi del 2020.

Luigi Brindisi