La Federal Reserve ha deciso di mantenere i tassi di interesse fermi nella riunione di marzo, ma ha annunciato tre tagli nel corso del 2024, e Wall Street ha reagito raggiungendo il massimo storico di capitalizzazione, trascinando al rialzo anche i mercati europei. Anche se i listini hanno reagito positivamente alla decisione della banca centrale Usa, la stessa Fed ha osservato che l’inflazione sembra essere più resiliente del previsto e per il 2025 ha ridotto a due i possibili interventi al ribasso. Ciò potrebbe essere legato al fatto che l’economia degli Stati Uniti sta subendo alcuni cambiamenti strutturali. Nonostante le proiezioni a lungo termine non siano cambiate, le indicazioni a breve termine suggeriscono una politica monetaria leggermente più restrittiva. I tassi sui Fed Funds sono rimasti al 5,25%-5,50%, il più alto dal 2001.. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha osservato che, nonostante l’inflazione rimanga ancora elevata, ci sono segnali di raffreddamento della congiuntura economica. Powell si è detto pronto a tagliare i tassi di interesse quest’anno se l’economia si sviluppa come previsto, ma rimane vigile sui rischi di surriscaldamento. Powell si è detto comunque fiducioso su una discesa dei prezzi verso l’obiettivo del 2%.
Intanto anche la Banca centrale della Svizzera sorprende con un taglio del costo del denaro all’1,5% (un quarto di punto), contrariamente alle aspettative degli analisti. Il franco svizzero ha registrato una diminuzione del 0,7% rispetto all’euro, scendendo a 1,024 sui mercati valutari.

Wall Street – Il mercato azionario americano ha avuto una reazione positiva all’annuncio della Federal Reserve, un aumento dei valori delle azioni, con il S&P 500 che ha registrato un aumento dell’ordine dello 0,6%, raggiungendo nuovi massimi storici di oltre 5.200 punti, con un picco a 5.220 punti, e il Dow Jones che ha superato i 39.430 punti. Anche il Nasdaq ha registrato un rialzo. L’effetto dell’annuncio ha portato anche a una diminuzione iniziale del rendimento del T-bond, i titoli di Stato Usa, ma successivamente si è stabilizzato al 4,29%, rispetto al 4,30% registrato il martedì precedente. Quando la Fed riduce i tassi, rende più conveniente prendere in prestito denaro, incoraggiando la spesa e gli investimenti sia delle aziende e dei consumatori. Ciò porta ad un aumento dei profitti e alla crescita economica generale, il che si riflette nel valore delle azioni.. Quando i tassi d’interesse scendono, altri strumenti di investimento, come i titoli di stato o i certificati di deposito, anche se più sicuri offrono rendimenti relativamente più bassi. Questo rende le azioni più attraenti agli investitori e l’aumento della domanda spinge i prezzi verso l’alto, contribuendo così alla crescita dei mercati azionari.

Corsa all’oro – Dopo le indicazioni sui tagli dei tassi arrivate dalla Fed,l’oro ha toccato nuovi record. Considerato bene rifugio per eccellenza di fronte al saliscendi dei mercati e monete, è balzato sopra i 2.230 dollari, segnando con il contratto per giugno un nuovo massimo assoluto. Il prezzo spot, sul posto, è invece a 2.207 dollari, con un rialzo da febbraio di circa l’11%. Le ragioni di questo balzo potrebbero essere due: la politica monetaria accomodante della Fed, con le previsioni sui tagli e i programmi di stimolo economico, può portare a un deprezzamento del dollaro americano. Dal momento che l’oro è denominato in dollari, un dollaro più debole rende l’oro meno costoso per gli acquirenti che utilizzano altre valute, aumentando così la domanda e di conseguenza il prezzo dell’oro. Un’altra ragione sta nelle dichiarazioni di cautela della Fed sul rischio di inflazione nel lungo periodo. L’oro, considerato un’assicurazione contro l’inflazione poiché mantiene il suo valore nel tempo meglio di alcune valute, viene acquistato dagli investitori per proteggere il loro potere d’acquisto in periodi di inflazione imminente.