L’altalena politica italiana spaventa i mercati. Scende la Borsa e lo spread torna a salire. Martedì 11 dicembre, in mattinata, il differenziale Btp-Bund a 10 anni ha sfiorato i 360 punti base, per poi scendere sotto quota 343, con il rendimento del Btp a 10 anni in calo al 4,76%. Mercoledì il nuovo test sarà l’asta di Bot a 12 mesi da 6,5 miliardi.

Mentre l’euro è stabile a 1,29 nei confronti del dollaro, il differenziale tra i titoli di Spagna e Germania è sceso sotto i 420 punti base, con il tasso dei Bonos al 5,51%.

Il 3 dicembre lo spread aveva toccato la soglia minima dei 296 punti, mai così basso dal 19 marzo scorso. Poi, la nuova impennata, con le annunciate dimissioni di Monti e la ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi.

Martedì mattina, il differenziale si è assestato intorno ai 340 punti, dopo le parole di Maria Cannata: il direttore generale del debito pubblico, in un incontro con la comunità finanziaria, ha ammesso di aspettarsi una leggera tensione dello spread in occasione della tornata pre-elettorale. Il 2013, spiega, dovrebbe essere “tranquillo”.

Già lunedì Monti aveva provato ad attutire la caduta libera delle borse con una dichiarazione da Oslo, dove si trovava insieme agli altri leader europei per ricevere il Premio Nobel per la pace. “Capisco la reazione dei mercati, ma non bisogna drammatizzare, sono molto fiducioso sul fatto che quando ci saranno le elezioni ci sarà spazio per avere un governo responsabile, con un forte orientamento comunitario verso l‘Unione Europea”. Solo pochi giorni prima, il premier si dichiarava fiducioso nella possibilità di portare lo spread a 287 punti,”la metà esatta” di quanto l’aveva trovato a novembre 2011.

Alexis Paparo