Un cocktail perfetto. Composto da due grandi nomi del mercato degli alcolici, Campari e Grand Marnier. È la novità dall’azienda di Sesto San Giovanni – fondata nel 1860 da Davide Campari – che oltre all’acquisizione del marchio francese, fino al 31 dicembre 2021 si è aggiudicata anche la distribuzione esclusiva del liquore.
L’Opa, offerta pubblica di acquisto, è stata lanciata il 15 marzo e rivelata con un comunicato stampa sul sito dell’azienda italiana. Il prezzo di acquisto unitario per ogni azione è stato fissato a 8,05 euro. «Con Grand Marnier continuiamo a implementare la nostra strategia di acquisizioni in maniera molto disciplinata e coerente, anche a livello finanziario», ha dichiarato l’ad di Campari Bob Kunze-Concewitz.
Il matrimonio tra i due marchi era già stato ipotizzato nel 2014, quando il gruppo Societé des Produists Marnier Lapostolle (Spml) che controlla Grand Marnier si era mosso alla ricerca di un partner commerciale. Poi due anni di silenzio fino al 15 marzo 2016.
«Grand Marnier rimodellerà, rafforzerà e arricchirà ulteriormente l’offerta premium del Gruppo (Campari, ndR). Inoltre, il brand consente al Gruppo di capitalizzare ulteriormente il fenomeno di riscoperta dei cocktail classici, in particolare negli Stati Uniti». Così si legge nel comunicato stampa dell’azienda, che vuole puntare soprattutto verso il mercato statunitense. Qui si fatturano i due terzi dei ricavi per la vendita del liquore francese (132 milioni di euro nel 2015) mentre per Campari è il secondo mercato dopo l’Italia (rispettivamente 25 per cento e 22 del totale).
Con l’acquisto di Grand Marnier si valorizzerebbe l’azienda francese di oltre 1 miliardo di euro, cioè più del doppio della capitalizzazione di mercato, che fino al 14 marzo si aggirava attorno ai 426 milioni. Per Campari sarebbe una delle acquisizioni più importanti della sua storia, dopo quelle di altri marchi come Crodino e Averna.
Cecilia Mussi