Un momento della manifestazione davanti a Montecitorio (foto Ansa)

Lo Stato non ha più i soldi necessari per pagare la cassa integrazione in deroga. Per trovarli, incalza Susanna Camusso, segretario della Cgil, “si rinviino le spese militari già programmate e paghino le rendite finanziarie e i grandi capitali. Nessuno pensi di prenderle da quelle per il lavoro. Il governo – ha affermato la sindacalista – non ha più alibi”. Il problema, stando alle stime dei sindacati, riguarda circa 700mila lavoratrici e lavoratori, per i quali è necessario trovare per il 2013 – in base alle proiezioni elaborate dalle Regioni nei primi mesi dell’anno – una cifra ulteriore tra i 1400 e 1700 milioni di euro.

Da Montecitorio, dove martedì mattina sono scesi in piazza Cgil, Cisl e Uil, in attesa dell’incontro nel pomeriggio con il ministro Fornero, arriva un duro monito nei confronti dell’esecutivo uscente. “Serve certezza sui finanziamenti della cassa integrazione in deroga per i lavoratori ma anche per impedire la chiusura delle aziende”, ha detto Camusso, che ha incalzato il ministro Grilli: “Prima ha detto che le risorse c’erano, gli abbiamo detto allora di stanziarle e ovviamente a quel punto è sparito tutto nel nulla. E ora il ministro del Lavoro rilancia l’allarme. Non c’é bisogno di aspettare. Questo governo ha tutti gli strumenti per decidere e per riparare agli errori fatti”.

È dello stesso avviso Luigi Angeletti, segretario della Uil: “Se il governo non adotterà entro maggio un provvedimento con le risorse per la cassa integrazione in deroga, i sindacati porteranno a Roma centinaia di migliaia di persone perché l’assenza di risposte  è inaccettabile”.

E mentre la presidente della Camera Laura Boldrini, dopo aver ricevuto una delegazione sindacale, ha assicurato il massimo impegno da parte di tutti i deputati in vista di una soluzione, a riassumere l’umore nero dei sindacati ci ha pensato Guglielmo Epifani, del Pd, su Rai Tre: “Si ammetta che mancano i soldi per la cassa integrazione in deroga e poi si trovino, perché questa é un’emergenza. Il Paese è sull’orlo di un’esplosione sociale. Il fatto che nel Paese non ci sia un governo pesa – ha aggiunto – perché aumenta le incertezze di tutti, è anche un fatto psicologico di fiducia. Non si vede nessun cambiamento e nessuna prospettiva”.

Francesco Giambertone