Cina, nuovo crollo delle borse dopo la seconda svalutazione dello Yuan

Cina, nuovo crollo delle borse dopo la seconda svalutazione dello Yuan

In poco meno di sei mesi la Cina svaluta per la seconda volta la sua moneta, lo yuan, e le borse crollano. Nel giorno dell’Epifania la Banca Centrale cinese ha deciso di ridurre dello 0,51 per cento il valore della moneta nazionale nei confronti del dollaro, dopo il primo deprezzamento dello scorso agosto. L’intento è sempre lo stesso: incentivare le esportazioni e cambiare rotta all’andamento dell’economia. Una mossa a sorpresa che è stata letta degli investitori stranieri come un segnale che l’ “economia del dragone” potrebbe rallentare più del previsto e che ha avuto degli effetti negativi sui listini di tutte le borse, orientali ed europee.

Il 7 gennaio le azioni delle borse di Shanghai e Shenzen sono crollate di più del 7 per cento in soli 29 minuti: il tonfo ha costretto le autorità di Pechino a sospendere le contrattazioni per tutta la giornata e a chiudere in anticipo i mercati. Inevitabili le ricadute sulle altre borse asiatiche, con Tokyo che ha perso il 2,3 per cento e Hong Kong che ha chiuso a meno 3,09 per cento. La crisi cinese alimenta i giorni di passione delle principali piazze internazionali, che hanno inaugurato il nuovo anno in maniera negativa. A Milano lo scorso 4 gennaio nemmeno il debutto in borsa della Ferrari è riuscito a evitare una chiusura in ribasso del 3,2 per cento. E l’andamento negativo di Piazza Affari si trascina giorno dopo giorno: le contrattazioni sulla piazza meneghina sono in perdita e Milano fa peggio delle altre Borse europee: Francoforte perde lo 0,93 per cento, Parigi l’1,26 per cento e Londra  l’1,16 per cento. Debole anche Wall Street che si allinea all’umore degli altri listini: il Dow Jones ha ceduto l’1,46 per cento, il Nasdaq l’1,14. 

Segno che tutti i mercati stanno risentendo, oltre che della crisi cinese, anche delle tensioni internazionali: il prezzo del petrolio ai minimi storici da 11 anni, l’euro debole e la corsa all’acquisto dell’oro riflettono l’incertezza legata al comportamento della Nord Corea, dove il 6 gennaio il regime di Pyongyang avrebbe condotto un test nucleare facendo brillare per la prima volta una bomba a idrogeno. 

Carmela Adinolfi