Il messaggio con cui la Laiki Bank, uno degli istituti di credito ciprioti risultati insolventi, comunica ai propri clienti il blocco delle transazioni bancarie

“L’esperienza di Cipro non è un modello per il resto della zona euro”. Benoit Coeuré, membro francese della Banca centrale europea, ha smentito così le affermazioni sul “modello Cipro” circolate lunedì scorso, secondo le quali il salvataggio delle banche di Nicosia potrebbe essere ripetuto in futuro.

L’intervento della UE sugli istituti di credito ciprioti prevede l’iniezione di 10 miliardi di euro nel sistema bancario cipriota, stanziati per risollevare le sorti dei due principali istituti di credito dell’isola. La misura che più spaventa mercati e cittadini è però il congelamento dei conti correnti registrati a Cipro (tutt’ora bloccati) e un prelevamento forzoso su quelli al di sopra dei 100mila euro che arriva fino al 40%.  Misure che il capo dell’Eurogruppo, organismo che raccoglie i ministri delle finanze dell’eurozona, aveva ritenuto applicabili in un futuro salvataggio.

Dichiarazioni che martedì mattina hanno pesato sulle borse internazionali. In Asia le prime reazioni negative sono state quelle di Shangai, che perdeva lo 0,39%, seguita da Hong Kong, Mumbai e Tokyo, la peggiore tra le piazze del lontano Oriente, che in mattinata ha registrato un calo dello 0,60%. Meglio l’Europa, con Milano in rialzo assieme alle principali piazze europee. L’unica a mantenere il segno negativo è Atene, che lunedì ha concordato l’acquisto delle filiali bancarie cipriote presenti sul territorio ellenico. Verso le 9:30 l’Ansa ha infine battuto le affermazioni di Coeuré, valutate positivamente dai mercati, nonostante l’incertezza che continua a caratterizzare gli scambi.

Carlo Marsilli