Proteste a Nicosia per l'imposta sui depositi bancari (Ansa)

Sarebbe un intervento senza precedenti. E forse proprio per questo spaventa tutti. La decisione sul prelievo forzoso sui depositi bancari di Cipro proposto dall’Unione Europea è pronta ad essere discussa dal Parlamento di Nicosia. Difficilmente l’assemblea darà il proprio placet, ma la situazione economica cipriota parla chiaro: servono misure eccezionali.

Perché il piano sia approvato occorre una maggioranza di 29 deputati sui 56 totali e molti di questi – seppur alleati del governo – hanno già fatto sapere che non appoggeranno l’imposizione di una tassa che definiscono «catastrofica».

Il prelievo è stato proposto dall’Eurogruppo nella notte di venerdì 15 marzo. Cipro avrebbe bisogno di un prestito dalle dimensioni colossali rispetto alla propria economia: 17 miliardi di euro, pari quasi al 100 per cento del Pil. Il piano europeo ha previsto uno stanziamento di 10 miliardi, 5,8 dei quali dovranno però giungere dai risparmiatori dell’isola.

Il primo accordo avrebbe imposto una tassazione del 6,75 per cento per i depositi fino a 100 mila euro e del 9,9 per cento per quelli oltre i 100 mila. Nella serata del 18 marzo, l’Europa ha parzialmente rivisto le proprie posizioni e ha accettato la possibilità che i depositi più piccoli siano «trattati diversamente dai più grandi». Una direttiva europea del 2008 garantisce ovunque, nell’Unione europea, la sicurezza dei depositi fino a 100 mila euro.

Il progetto di legge ora in discussione prevede che i risparmi inferiori ai 20 mila euro siano esonerati dal pagamento straordinario, mentre per i depositi più consistenti le aliquote resterebbero invariate rispetto al piano iniziale. Se i piccoli risparmiatori saranno esclusi dal prelievo forzoso, il governo di Nicosia potrebbe però non riuscire a raccogliere la somma di 5,8 miliardi.

La questione sta facendo tremare le borse e rischia di mettere ancora una volta in discussione l’esistenza della moneta unica. Così è intervenuta anche Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale. Che si è detta pienamente a favore dell’intenzione di Cipro di tassare i depositi bancari in maniera più progressiva.

In attesa di una svolta, dopo l’annuncio della chiusura delle banche fino a giovedì 21, anche la borsa di Nicosia ha annunciato la sospensione delle contrattazioni fino al 20 marzo. «Si è deciso di fermare gli scambi dei titoli azionari – si legge in un comunicato diffuso dalla Cyprus Stock Exchange – al fine di garantire il buon funzionamento della Borsa e di proteggere gli investitori».

Giulia Carrarini