lavoro disoccupazioneDopo la contrazione del pil del 4,2 per cento nel biennio 2012-2013, l’anno 2014 non poteva che riaprirsi con l’allarme sull’impiego nel settore industriale. Oltre 200 mila lavoratori rischiano ancora di perdere il proprio posto di lavoro. Lo ha calcolato la Cisl sulla base dei dati Inps per il 2013. Emerge infatti che 208 mila lavoratori equivalenti a tempo pieno sono in cassa straordinaria e in deroga e quindi a maggiore rischio di essere licenziati.

Un altro dato preoccupante è l’aumento complessivo delle ore della cassa integrazione. Nel 2013 ha nuovamente superato il miliardo di ore autorizzate, nonostante la frenata delle autorizzazioni per la cig in deroga, quella per la quale sono necessari finanziamenti da parte del Governo. Ma c’è di peggio. “Si è accentuato il passaggio da cassa integrazione a disoccupazione”, sottolinea il segretario confederale della Cisl Luigi Sbarra. Nei primi 11 mesi del 2013 sono arrivati circa 1,95 milioni di domande di Aspi (l’indennità di disoccupazione) e mobilità con un aumento del 32,5 per cento rispetto alle domande di disoccupazione presentate nello stesso periodo del 2012.

Allo stesso tempo, al ministero dello Sviluppo Economico si sta cercando una via d’uscita, ma i tavoli di crisi tra governo, imprese e sindacati sono ancora tanti. All’inizio del 2014 le vertenze ancora aperte al dicastero di Flavio Zanonato erano 159 e coinvolgevano circa 120 mila lavoratori. Dati, questi, sempre forniti dall’Osservatorio Cisl. Diciotto delle imprese per le quali il ministero ha aperto un dossier hanno dichiarato la cessione di attività (2.300 i lavoratori coinvolti).

Nessun settore dell’industria è rimasto immune dalla stagnazione economica. I tavoli di crisi coinvolgono aziende di grande rilievo e marchi storici per il Paese: dall’elettronica di Alcatel alle ceramiche di Ideal Standard e alle energie rinnovabili di Marcegaglia, nello stabilimento di Taranto. Sempre a Taranto, l’Ilva, in attesa dell’applicazione dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) e del piano industriale, ha messo in contratto di solidarietà 1.700 lavoratori.

Anna Lesnevskaya