La pace commerciale tra Washington e Pechino arriva a ridosso delle distensioni delle ultime settimane quando all’ipotesi di una rimozione di 112 miliardi di dazi applicati dagli Usa sui prodotti made in China si sono aggiunte anche le dichiarazioni di Xi Jinping sull’importanza del libero commercio per entrambi i paesi: «Non costruiamo muri, tiriamoli giù», ha detto il leader cinese. A quel punto la spinta per un’accelerazione della trattativa è stata inarrestabile.
Lo scenario – Donald Trump alla fine ha dovuto recedere dalla politica economica protezionista con la quale aveva aperto il suo mandato. Il presidente americano aveva incontrato a sorpresa il “collega” cinese per riaprire il dialogo sugli accordi già dal 9 ottobre scorso. Una mossa, quella di Trump, che in pochi si aspettavano nonostante le indiscrezioni del quotidiano britannico Financial Times su una possibile soluzione della vertenza e le promesse cinesi di apertura dei propri mercati. Il tema dazi, tuttavia, rimane una delle questione su cui l’attuale amministrazione americana gioca la propria credibilità in materia economica.
Le reazioni – La svolta per un accordo sui dazi è stata accolta positivamente dai mercati finanziari internazionali. Intonati al rialzo i mercati asiatici, con la sola borsa di Tokyo piuttosto incerta proprio in virtù della mancata definizione sui tempi dell’accordo. Positivo su lato americano il Dow Jones, che in mattinata apre in rialzo di 100 punti. Ottimismo anche sulle piazze europee, con piazza Affari in progresso dello 0,7% poco dopo le ore 12. Tornando all’intesa, la cosiddetta “fase uno” dovrebbe iniziare a breve, con un leggero slittamento a causa delle rivolte in Cile, sede in cui si sarebbero dovuti svolgere i negoziati durante gli incontri Apec.