Un esito senza precedenti nella guerra giudiziaria contro le big del digitale. Così viene vista la sentenza pronunciata dal Tribunale di Roma nei confronti di Facebook, condannata per la prima volta in Italia a un risarcimento di 32mila euro nei confronti di Mediaset per violazione del diritto d’autore e diffamazione. La decisione sancisce due principi: la responsabilità di Facebook sui link pubblicati e sugli eventuali contenuti diffamatori postati all’interno delle sue pagine. Il presidente di Mediaset Pier Silvio Berlusconi definisce il contenzioso come «cruciale nei principi che intendeva tutelare e dai risvolti delicati per il precedente che crea».

Il fatto – La sentenza arriva dopo un caso risalente al 2012, quando utenti anonimi creano una pagina su Facebook dedicata al cartone Kilari, all’epoca trasmesso sulle emittenti Mediaset. Tra i contenuti pubblicati sulla pagina, diversi link rimandano a video presenti su YouTube, mentre in altri post gli utenti insultano la cantante della sigla, Valentina Ponzone. Mediaset chiede invano a Facebook di rimuovere quei contenuti, poi si rivolge alla magistratura.

Il contesto – La decisione sancisce la responsabilità di Facebook sui link pubblicati e sugli eventuali contenuti diffamatori pubblicati al suo interno. La sentenza non rappresenta di per sé una svolta sul piano economico, ma è destinata a creare una giurisprudenza in materia di diritto d’autore. La sentenza, infatti, si allinea ai parametri stabiliti dall’Unione Europea in materia di diritto d’autore. Lo scorso 13 febbraio, il Consiglio dell’Ue e la Commissione per il Copyright hanno raggiunto un accordo che impegna le piattaforme digitali a garantire un miglior pagamento a editori e creativi per la pubblicazione di contenuti protetti da diritto d’autore.