Si prospetta difficile la riunione di oggi, martedì 19 maggio, del Consiglio Economia e Finanza dell’Unione Europea: sta al cosiddetto Ecofin, il gruppo composto dai ministri dell’Economia e delle Finanze degli Stati membri, gestire le reazioni alla dichiarazione-bomba di ieri sera del presidente francese Emmanuel Macron e della cancelliera tedesca Angela Merkel. I due hanno ufficialmente proposto un piano temporaneo di 500 miliardi, che vengano dalle spese del bilancio Ue, per i Paesi in difficoltà economica per la pandemia di coronavirus: sarebbe il possibile nuovo volto del tanto atteso (e litigato) Recovery Fund. Un’apertura è arrivata sia dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, sia dalla leader della Bce Christine Lagarde. Ma non tutti gli Stati sono d’accordo sulla proposta franco-tedesca.
Bond comuni – Che l’Europa avesse intenzioni serie per l’intervento post-Covid lo aveva già manifestato con i tremila miliardi per i sistemi sanitari nazionali e lo sblocco di duemila miliardi complessivi di aiuti alle imprese. Ma questo secondo rilancio di Francia e Germania – un compromesso tra la posizione dei Paesi dell’Europa meridionale, con Italia e Francia in testa, e quella dei nordici più rigorosi dal punto di vista fiscale, di cui la Germania è capofila – si propone come un accordo a responsabilità condivisa: i 500 miliardi sarebbero finanziati dai contributi di tutti i 27 membri e non solo dai beneficiari. Gli Stati promuoverebbero, temporaneamente, l’emissione di titoli comunitari rimborsandoli a scadenza e a fondo perduto: tutto questo avverrebbe attraverso il bilancio pluriennale dei prossimi sette anni. I ricavi, ha dichiarato Macron, andrebbero in grossa parte ai Paesi più colpiti dalla crisi generata dal Covid-19. Sostanzialmente i Paesi del Sud dell’Europa.
I Paesi contrari – Non stupisce allora che le prime risposte negative siano arrivate dal Nord: Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Austria non renderanno questo incontro dell’Ecofin semplice per il ministro dell’Economia francese Bruno La Maire. L’Austria, ad esempio, spinge perché il sostegno dell’Ue si concretizzi in “prestiti, non aiuti”. Il cancelliere Sebastian Kurz, su Twitter, ha ribadito: «Ho appena avuto un buono scambio con i primi ministri di Danimarca, Paesi Bassi e Svezia sull’attesa proposta della Commissione Ue sul Recovery Fund e sul bilancio pluriennale aggiornato. La nostra posizione rimane invariata, siamo pronti ad aiutare i Paesi più colpiti con dei prestiti».
Asse franco-tedesco – Tornando a Macron e Merkel, dopo tre mesi su opposte barricate (l’uno con i Paesi in crisi del Sud, l’altra con quelli austeri del Nord), i due leader hanno ritrovato un fronte comune, lo stesso con cui avevano fatto approvare il pacchetto Mes–Bei–Sure. «Non è un accordo dei 27 Paesi dell’Unione europea, è un accordo franco-tedesco», ha chiarito il presidente francese durante la videoconferenza con la cancelliera, precisando che però «non c’è accordo fra i 27 se prima non c’è un accordo franco-tedesco. Ora sta alla Commissione europea costruire un’unanimità attorno a questo accordo. C’è ancora del lavoro da fare, ma è un passo avanti senza precedenti». Merkel, che ha risposto ai detrattori interni ricordando che se l’Europa non si rialza nemmeno la Germania lo farà, gli ha fatto eco nel sottolineare la storicità dell’intento: «Serve uno sforzo colossale: Francia e Germania sono pronte a farlo». I due Paesi, coscienti del proprio ruolo nell’Unione, hanno dichiarato di voler collaborare anche per futuri programmi inerenti al Green Deal e alla digitalizzazione.
Reazioni europee – La proposta franco-tedesca vale metà dei mille miliardi proposti dalla Commissione e un quarto rispetto ai due miliardi auspicati dall’Europarlamento. Il presidente David Sassoli l’ha definita come una «positiva base di partenza». Stessa linea dell’Italia, con Palazzo Chigi che considera i 500 miliardi un punto da cui partire: «Da parte italiana si auspica un proposta della Commissione Ue ancora più ambiziosa in termini finanziari». Anche von der Leyen ha accolto «con favore la proposta costruttiva fatta da Francia e Germania». «Va nella direzione di quello su cui sta lavorando la Commissione», ha detto la presidente, rimandando la presentazione della propria proposta per il Recovery Fund (il cosiddetto Fondo per la Ripresa) al prossimo 27 maggio. Molto contenta si è anche detta la presidente della Bce Christine Lagarde: «Le proposte franco-tedesche sono ambiziose, mirate e benvenute», perché vanno nella opportuna direzione del ripristino di una maggiore simmetria tra Paesi e di una modernizzazione del Patto di stabilità.