I mesi di lockdown da coronavirus hanno cambiato le abitudini di acquisto della maggior parte delle famiglie italiane. Lo dicono i nuovi dati Keyx diffusi da Unimpresa che raccontano una forte crescita dell’acquisto online, pari al 20% tra marzo e aprile. Un valore che sembra rispecchiare le abitudini indotte dall’emergenza sanitaria: chiusi in casa si fa shopping con un click. La tipologia di acquisti conferma la tendenza: il settore dell’elettronica ha registrato una crescita del 23% rispetto allo scorso anno, seguono quello di acqua ed energia elettrica con un +17,8%  e il settore alimentare e bevande che riporta un aumento del 16,7%.

In sofferenza – Per una minoranza di settori in crescita c’è però un vasto numero di attività commerciali in profonda crisi. Il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino, parla di «shock congiunto di offerta e di domanda». Uno sconvolgimento cominciato a febbraio, quando le misure della prevenzione da Covid-19 hanno portato alla chiusura di numerose attività commerciali e al crollo della domanda di beni e servizi. Le alte percentuali di decrescita sono quelle relative al settore dei trasporti e dei servizi ricettivi (alberghi, ristoranti, centri benessere ecc..), rispettivamente crollati del 62,3% e del 67,5%. Con le uscite di casa ridotte al minimo per settimane, in molti casi anche pari a zero, l’interesse per il vestiario è calato notevolmente, -64,32%, lasciando in grandi difficoltà gli artigiani del settore. Dalle principali case di moda, che in alcuni casi hanno reagito riconvertendo l’attività con la produzione di mascherine, alle piccole sartorie indipendenti. Uno dei settori messi più in ginocchio dall’emergenza sanitaria è quello della cultura. Musei vuoti, librerie indipendenti a rischio chiusura definitiva, artisti e musicisti senza possibilità di esibirsi e quindi guadagnare, tutto per una perdita pari al 60%.

Le previsioni – Secondo il Centro studi di Unimpresa, nel periodo post covid sarà possibile prevedere una leggera ripresa per il settore dei trasporti che registrerà un aumento dell’ 11,5%. Anche albergatori e ristoratori riusciranno ad aumentare il giro d’affari (più 10,1%), insieme al settore culturale con l’8,42% in più. La prospettiva ancora in ribasso sarà invece per il commercio di combustibili con un -1,16% insieme ad acqua ed energia, -1,7%.

L’appello – «Sono necessari nel breve periodo interventi fiscali in favore delle imprese e dei cittadini», chiede Politino, «Occorre liquidità vera con finanziamenti a fondo perduto per sostenere la domanda e rilanciare i consumi. Bisogna avviare una semplificazione del sistema burocratico». La preoccupazione maggiore è quella di uscire  dall’emergenza sanitaria con un sistema imprenditoriale ancora più indebitato e, di conseguenza, con un ulteriore calo dei livelli occupazionali. Intanto i tempi della ripresa appaiono molto incerti. «La Commissione europea ha previsto per il 2020 un calo del prodotto interno lordo del 9,5% in Italia», aggiunge Politino, «C’è un rischio serio: la recessione economica potrebbe diventare depressione. L’auspicio è che la stagione estiva possa far scendere la curva dei contagi».