Il Consip è la centrale unica che per conto dello Stato acquista i beni e i servizi per la pubblica amministrazione. Solo nel 2016 ha gestito un giro d’affari di circa 8 miliardi di euro. Dalle stampanti per gli uffici comunali alle siringhe per gli ospedali. È una società pubblica con un solo azionista: il ministero dell’Economia e delle Finanze. L’acronimo vuol dire “Concessionaria servizi informativi pubblici” perché l’allora Ministero del Tesoro la creò nel 1997 per gestire i suoi servizi informatici.
Dal 2000 non svolge più questa funzione e si occupa della razionalizzazione della spesa pubblica. Ma solo con il decreto del Governo Monti nell’agosto del 2012 la Consip è diventato l’alfiere statale della spending review. Sigla per conto dello Stato “convenzioni”, contratti quadro con delle aziende per la fornitura di beni e servizi per gli enti pubblici in base a particolari requisiti, come il miglior rapporto tra qualità e prezzo del servizio o bene offerto. Tutti gli enti pubblici possono aderire, approfittando dei prezzi più bassi del mercato. Questo permette allo Stato di fare economie di scala e di garantire costi standard come quello della siringa, il cui prezzo non varia da un ospedale di Napoli a uno di Bergamo. Gestisce anche il mercato elettronico della pubblica amministrazione.
Nel 2014 il Governo Renzi ha ridotto le stazioni appaltanti da 32mila a 35, rendendo il ruolo della Consip ancora più rilevante. La centrale nazionale lavora con quelle regionali definendo i modelli di trasparenza agli enti pubblici fino a gestire direttamente per le amministrazioni dei Comuni non capoluogo i bandi per i progetti più complessi. L’amministratore unico è Luigi Marroni, nominato dal Governo Renzi nel giugno 2015. Il suo mandato scadrà nel 2018.