Le borse mondiali sulle montagne russe. In moderato rialzo gli indici europei nella mattina del 16 marzo dopo il tonfo del giorno precedente. Fresco del crac di Silicon Valley Bank, il Nasdaq americano risale dal minimo toccato il 10 marzo. La borsa svizzera tiene (+0.67%) grazie al rimbalzo di Credit Suisse che tampona le perdite della vigilia. Ancora male le asiatiche. Attesa la decisione della Banca Centrale Europea sull’aumento dei tassi d’interesse.

La ripresa – Resistente l’apertura delle borse del Vecchio continente, tutte in lieve recupero il 16 marzo dopo la paura della vigilia. Il prestito da 50 miliardi di franchi che la Banca centrale svizzera inietterà nelle casse di Credit Suisse ha restituito fiducia ai mercati. I problemi della banca elvetica (che non è vigilata dalla Banca Centrale Europea) sono noti da tempo. Il calo del 24% fatto registrare nell’indice della Borsa di Zurigo il giorno precedente, con un titolo sceso a 1,70 franchi (un anno fa valeva 7 franchi), è avvenuto per il rifiuto della Saudi Arab Bank di immettere altro capitale.

Il rally – Il Nasdaq americano, listino dell’high tech, si attesta a 11.428 punti, a metà tra il picco di inizio mese (11.689) e il down seguito all’annuncio della liquidazione della banca delle start-up Silicon Valley Bank (11.102). Dopo l’impennata dei tassi della Federal Reserve, la Banca centrale americana, e il ritiro in massa dei depositi dei clienti, la Svb (oltre 200 miliardi di dollari di asset) è stata affidata all’agenzia per l’assicurazione del risparmio.
Alla riapertura dei mercati europei di lunedì 13, c’è stata la caduta delle quotazioni causata dal crac di Svb: oltre 290 miliardi di capitalizzazione bruciati. Maglia nera a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib giù del 4%. Male anche gli altri listini europei che hanno ceduto oltre il 3%. Martedì 14 marzo, anche grazie ad alcune dichiarazioni rassicuranti (per esempio il commissario all’economia Paolo Gentiloni ha parlato di «assenza di effetto contagio»), i mercati del Vecchio continente sembravano aver superato le paure sulla stabilità del sistema bancario. Poi, mercoledì, il crollo in borsa di Credit Suisse. Milano fa di nuovo peggio di tutti: -4,61%, con Londra, Parigi e Francoforte subito dietro. Per Gentiloni «non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai rischi di volatilità nei mercati finanziari. Quindi tutto va gestito con prudenza».
L’indice Nikkei di Tokyo è in caduta dal 9 marzo: da 28.623 punti adesso tocca quota 27.010, mentre l’Hang Seng di Hong Kong segue il rally europeo e chiude con un -1,72%.

Falchi e colombe – C’è grande attesa per la decisione del consiglio direttivo della BCE che arriverà nel pomeriggio del 16 marzo e che si esprimerà su un nuovo rialzo dei tassi di interesse, fatto che potrebbe deprimere ulteriormente le quotazioni. Il timore è che la presidente Christine Lagarde annunci un aumento di un altro mezzo punto percentuale per combattere l’inflazione. Dopo gli ammonimenti di alcuni banchieri centrali (tra cui il governatore di Bankitalia Ignazio Visco), Francoforte potrebbe optare per un rialzo limitato allo 0,25% per non destabilizzare troppo i mercati.