Continua ad andare forte il mercato delle auto. A novembre le immatricolazioni in Europa hanno fatto registrare una crescita del 5,8% rispetto allo stesso mese del 2016. Ci si aspetta di chiudere l’anno con 15.250.000 immatricolazioni: il 5,1% in più dello scorso anno e solo lievemente meno (2%) del record del 2007, l’anno in cui scoppiò la crisi. Una crisi che le auto hanno saputo affrontare meglio di altri settori, superandola già nel 2010: da allora il mercato è sempre stato in crescita.

Bene anche l’Italia – Il risultato di novembre è frutto di un andamento positivo in tutti i Paesi europei, esclusi Finlandia, Regno Unito e Irlanda, ed è in linea con i risultati fatti registrare in tutto il mondo. Nell’Unione Europea i cinque maggiori mercati assorbono quasi i tre quarti delle immatricolazioni. Prima in assoluto è la Germania, che ha fatto registrare una crescita del 9,4% a novembre, trainata dai gruppi Volkswagen (+5%), Bmw (+2%, con il brand Mini in evidenza: +20.3%) e Daimler, detentore del marchio Mercedes (+2,5%). Ottimo anche il risultato del mercato italiano che, con un incremento del 6,8% in novembre e dell’8,7% da gennaio a novembre, chiuderà probabilmente il 2017 con 1.970.000 immatricolazioni (+8%). E, secondo le previsioni presentate dal Centro Studi Promotor, supererà ampiamente la soglia psicologica di 2 milioni nel 2018, per toccare poi 2.203.000 nel 2019. A novembre in evidenza Jeep, che sale del 27,6%, e Alfa Romeo, che continua la fase di crescita a +23%.

Spagna e Francia ok, male il Regno Unito – Positivi anche i risultati di Francia e Spagna. A Parigi e dintorni le immatricolazioni in novembre sono cresciute del 10,3% rispetto al 2016: il gruppo PSA (che comprende Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors) si consolida come secondo produttore europeo per vendite; Renault sale del 10,1%. Il mercato spagnolo, per niente colpito dalla vicenda del referendum catalano, è cresciuto del 12,4%, e registra i progressi di Seat. Nel Regno Unito, invece, ha avuto effetto negativo la Brexit, insieme all’introduzione a partire dall’1 aprile di un’imposta legata alle emissioni di CO2: il mercato automobilistico di Sua Maestà, dopo aver toccato il record di tutti tempi nel 2016, è crollato dell’11,2% in novembre e del 5% nei primi undici mesi dell’anno.