Il potere d’acquisto degli europei continua a salire, ma non è del tutto una buona notizia. Deriva infatti dalla depressione dei consumi e, quindi, da una riduzione della domanda di beni e servizi. I cittadini europei hanno meno soldi e di conseguenza comprano meno: dal pane alla verdura, dal carburante all’elettricità.
Il livello dei prezzi sta progressivamente diminuendo dall’ottobre del 2011, ma tra marzo e aprile ha segnato un calo più cospicuo del solito, dovuto in particolare alla diminuzione dei prezzi dell’energia. Tra i prezzi dei beni appartenenti al paniere di consumo, ossia quelli più presenti nel “carrello della spesa” degli europei, scendono soprattutto quelli del carburante per il trasporto (-0.32 per cento), delle telecomunicazioni e dei pacchetti vacanze.
Lo confermano le stime diffuse dall’Eurostat, che mostrano un brusco calo del tasso d’inflazione di aprile. Nei 17 Paesi dell’Eurozona è passato dall’1,7 per cento di marzo all’1,2 per cento. Il tasso scende di mezzo punto percentuale anche nei 27 paesi Ue.
Ad aprile, il più basso tasso di inflazione annuale è stato registrato in Grecia, dove c’è stato un calo di 0.6 punti percentuali, la seguono a ruota Lettonia e Svezia. In confronto col mese di marzo invece, i risultati migliori vengono dalla Romania (+ 4,4 per cento), Estonia (+ 3,4 per cento) e Paesi Bassi (2,8 per cento). Un piccolo contributo al rialzo dell’inflazione europea viene dall’energia elettrica che cresce di 0,1 punti percentuali, dalla carne e dalla frutta.
L’Italia è nella media degli altri Paesi, il livello dei prezzi è passato dall’1,8 per cento di marzo all’1,3 per cento di aprile. Dall’analisi dai dati annuali, l’ISTAT ha annunciato che rispetto al 2013, l’inflazione è di poco aumentata: si tratta del più modesto aumento registrato dal dicembre 2009 ad oggi, solo l’1,1 per cento.
Maria Chiara Furlò