Adesso si risparmia anche su pane e visite mediche. Cinque anni di crisi hanno modificato consumi e priorità degli italiani. A dirlo è il presidente dell’Istituto Italiano di Statistica, Enrico Giovannini. Più di sette famiglie su 10, negli ultimi anni, hanno diminuito la quantità e la qualità dei prodotti che acquistano ed eliminato quasi del tutto le spese sanitarie, in particolare analisi cliniche e radiografie. Stabili rimangono invece quelle per i medicinali, ritenuti “indispensabili”.
L’ultima indagine Istat mostra che il 62 per cento delle famiglie italiane fa ormai stabilmente la spesa al discount. Il nove per cento in più rispetto all’anno precedente. «La quota di famiglie che acquista presso hard discount – tra il 2007 e il 2013, ha affermato Giovannini – è quasi raddoppiata, ha superato il 21% nel 2011». Anche se il loro reddito aumentasse – spiega il presidente dell’Istat – gli italiani resterebbero più dediti al risparmio che al consumo.
Nodo centrale per l’Italia e l’Europa resta la disoccupazione. L’eventuale crescita futura, ha sottolineato Giovannini, non sarà in grado di riassorbire i 25 milioni di disoccupati nell’Eurozona con un Pil all’1 per cento. Servono sistemi innovativi per «spezzare questo circolo e tornare a una disoccupazione bassa – ha affermato – è un problema nazionale ma anche europeo».
Nonostante questo, secondo gli ultimi dati rilevati dall’Istat, la fiducia dei consumatori italiani sta aumentando a livelli che non si vedevano da tempo. Anche se si tratta, in prima battuta, di un miglioramento rivolto alla situazione economica del Paese in generale e non a quella personale.
Gabriele Principato