Una classifica da incubo per i listini di tutto il mondo. Proprio nei giorni in cui a Davos c’è il World Economic Forum. Il 20 gennaio 2016 le borse sono affondate: da New York a Shanghai, da Milano a Francoforte, tutti i principali listini mostrano il segno meno, colpiti da quello che in gergo borsistico si chiama Orso. A pesare sulle cattive performance sono il prezzo basso del petrolio, il rallentamento dell’economia e i timori sulla stabilità delle banche. E se il 21 mattina si segnala un rialzo, l’ennesima batosta non fa che confermare un trend negativo che è iniziato ormai da settimane.

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(Fonte: Sole 24 Ore. Dati aggiornati alle ore 11 del 21/01/2016)

Di fronte a numeri simili è difficile restare ottimisti. La numero uno del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, ha dovuto ammettere che le cose vanno «peggio del previsto». Ma perché? Tutti puntano il dito contro il petrolio a 30 dollari al barile, che spinge i prezzi al ribasso e potrebbe dare il via a una spirale deflattiva. Ma la colpa è anche dell’eccessivo apprezzamento dei titoli che aveva caratterizzato il 2015: con l’economia che dà segni di rallentamento era inevitabile che si innescasse una corsa alle vendite.

Sui mercati asiatici pesa invece il cattivo andamento dell’economia cinese. E per quanto riguarda il nostro Paese, a scatenare il panico è anche la situazione delle banche: i 200 miliardi di crediti inesigibili del sistema bancario italiano pesano come un macigno a Piazza Affari. Questo spiega la pessima performance di Milano rispetto agli altri listini europei: sono tutti in perdita rispetto all’inizio dell’anno, ma solo Milano e Atene hanno perso più del 15 per cento.

L’allarme speculazione è alto, ma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ostenta ottimismo. «La crescita si sta rafforzando. La crisi riguarda soprattutto i Paesi emergenti, l’Italia sta facendo i compiti per riuscire a resistere alla crisi». E aggiunge: «Non c’è nessuna manovra speculativa sull’Italia. C’è la percezione inesatta che ci siano problemi nel settore bancario, ma anche la Bce ha negato di aver fatto azioni verso le banche italiane». Insomma, secondo il ministro la borsa crolla perché gli investitori guardano più all’apparenza che alla realtà delle cose. Ma quando si tratta della borsa, si sa, l’abito fa il monaco.

Chiara Severgnini