È la tassa sulla casa il vero tranello del nuovo ISEE: quello che molti chiamano ormai “riccometro” e che in realtà è l’indicatore della situazione economica equivalente. Il parametro da calcolare ogni anno e che determina l’importo di alcune delle imposte pagate da ogni famiglia. Il documento pubblicato il 17 novembre 2014 sulla Gazzetta Ufficiale annuncia cambiamenti importanti. La nota positiva riguarda le famiglie numerose con figli piccoli o disabili: agevolazioni per ogni figlio successivo al secondo e deduzioni di 500 euro sull’affitto della casa o 2.500 euro se la casa è di proprietà. Per le famiglie con minori non autosufficienti sono previsti sgravi che arrivano fino a 9.500 euro, ma in aggiunta si potranno anche dedurre le spese per assistenza fino a 5.000 euro.
Fin qui le notizie positive. Il nuovo ISEE entrerà in vigore il 1° gennaio 2015 e dovrà tener conto di un’altra riforma, quella che riguarda le tasse sulla casa. Con il passaggio dall’ICI all’IMU, il valore fiscale delle case è stato ritoccato al rialzo. E non di poco. Così anche l’ISEE – che tra le voci principali ha proprio l’abitazione di proprietà – finirà per aumentare in modo consistente. Una casa da 100mila euro nel precedente ISEE valeva circa 2mila euro, ma ora arriverà a quota 6mila. Tre volte tanto.
Per le famiglie italiane non sarà insomma un cambiamento da poco. E non solo per i super-ricchi. Nonostante l’alternarsi dei governi e nonostante l’IMU sulla prima casa sia – al momento – solo un ricordo, le tasse sugli immobili rientrano dalla finestra, con l’ISEE, e finiscono per pesare sui redditi in modo meno diretto.
Camilla Colombo