«L’Euro è vostro e la Bce agisce per voi». Queste le parole della presidente Christine Lagarde, intervenuta lo scorso 24 maggio alla celebrazione del venticinquesimo compleanno della Banca centrale europea, nata ufficialmente il 1° giugno 1998. In particolare, in questo momento la Bce sta lavorando per riportare l’inflazione entro il 2%, una soglia che però è ancora lontana. Nei prossimi giorni sono attese nuove decisioni sull’aumento dei tassi di interesse.
Tra crisi finanziarie e politiche discusse, la Bce è riuscita a tenere dritta la barra del timone dell’economia dell’area Euro. Ecco alcuni passaggi chiave di questo primo quarto di secolo.

Inizia l’era Euro – Fondata il 1° giugno 1998, la Bce è diventata operativa solo sette mesi dopo, il 1° gennaio 1999, in concomitanza con l’entrata in vigore dell’Euro. Rilevò le funzioni di politica monetaria e di regolazione dei tassi di cambio di 11 banche centrali europee. Oggi comprende 20 Paesi, mentre 346 milioni di cittadini europei utilizzano la moneta unica.

Jean-Claude Trichet (fonte: Wikimedia Commons)

La crisi del 2008 – Il 15 settembre 2008 falliva Lehman Brothers, una delle più importanti banche statunitensi. Era una delle conseguenze della più grande crisi finanziaria globale dal 1929. La crisi, iniziata nel 2007, era dovuta allo scoppio della bolla dei mutui subprime (titoli sopravvalutati legati al mercato immobiliare su cui si era speculato moltissimo) e si era ripercossa anche in Europa. L’allora presidente della Bce, il francese Jean-Claude Trichet, l’affrontò alzando i tassi di interesse, generando la sfiducia dei mercati verso l’Unione europea e verso la moneta unica.

La lettera Trichet-Draghi – A quella finanziaria fece seguito, senza esservi direttamente legata, la crisi del debito sovrano, che tra il 2010 e il 2012 investì in particolare i Paesi dell’Europa meridionale: Portogallo, Spagna, Grecia e Italia furono i più colpiti. Proprio al Belpaese la Bce indirizzò una lettera, controfirmata da Trichet e dal presidente della Banca d’Italia Mario Draghi, in cui si chiedeva una serie di misure drastiche volte al risanamento delle finanze italiane, messa a dura prova dalle conseguenze delle due crisi e dalle strategie che per affrontarle il governo Berlusconi mise in campo. La lettera Trichet – Draghi spinse alle dimissioni l’ex Cavaliere, sostituito da Mario Monti.

«Whatever it takes» – La crisi del 2008, quella del debito sovrano, la politica di aumento dei tassi voluta da Trichet e soprattutto la crisi della Grecia misero a rischio la stabilità dell’Euro. Il 26 luglio 2012, il nuovo presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo alla Global Investiment Conference di Londra, affermò che «The Ecb is ready to do whatever it takes to preserve the Euro. And believe me, it will be enough» («La Bce è pronta a fare tutto il necessario per salvare l’Euro. E credetemi, sarà abbastanza»). Una frase che, unita al varo dell’Outright Monetary Transactions (Omt, un programma di acquisto di titoli di stato da parte della Bce) riportò fiducia verso la moneta unica. L’Omt, in realtà mai utilizzato, contribuì a fermare la speculazione dei mercati versi l’Euro.

Contestualmente, Draghi avviò una politica di riduzione dei tassi di interesse che è continuata fino alla presidenza di Christine Lagarde.

Christine Lagarde (fonte: Flickr)

Una donna al comando – Il 1° novembre 2019 Lagarde è diventata la prima donna a essere presidente della Banca centrale europea. In poco tempo, ha già dovuto affrontare due crisi: prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina.
Per rilanciare l’economia europea colpita dalle conseguenze del coronavirus Lagarde ha lanciato il Pepp (Pandemia emergency purchase programme), un nuovo programma di acquisto di titoli. «Con il PEPP la BCE può acquistare vari tipi di attività sui mercati finanziari. I prezzi di quelle attività salgono e, di conseguenza, i tassi di interesse di mercato scendono», spiega il sito della Bce.

Guerra e inflazione – L’Europa che lentamente si avviava verso la ripresa è stata travolta dalle conseguenze economiche dell’attacco russo all’Ucraina del febbraio 2022. I pacchetti di sanzioni contro la Russia hanno causato una forte inflazione, specie per quel che riguarda le materie prime e l’approvvigionamento energetico. La Bce, così come la Federal Reserve statunitense, ha sottovalutato il problema e – secondo alcuni commentatori – le misure per contrastare l’inflazione sono di efficacia dubbia e, in ogni caso, adottate in ritardo. La Bce sta operando con una politica di aumento dei tassi di interesse, ma l’inflazione, che pure è in discesa (a ottobre 2022 aveva toccato il 10,6%), staziona ancora sopra al 7%, ben lontano dall’obiettivo del 2% dichiarato dall’istituzione.