«L’Italia è in emergenza liquidità per le imprese». Lo dice chiaro e tondo Marcella Panucci, direttrice generale di Confindustria. L’allarme è stato lanciato il 16 aprile durante l’audizione tenuta sul decreto legge sui debiti delle Pubbliche Amministrazioni presso le commissioni speciali di Camera e Senato. Situazione che peggiora la già difficile realtà dei prestiti alle imprese che da più di un anno e mezzo sono calati con una erogazione di denaro che si è ridotta di 47 miliardi.

Per Confindustria «con l’immediata liquidazione di 48 miliardi di euro si genererebbero, in tre anni, 10 miliardi di investimenti aggiuntivi delle imprese». E, come spiega Marcella Panucci, le conseguenze sarebbero rapide e positive: «più liquidità, più investimenti, più crescita, rating migliori, più credito e di nuovo più investimenti» con l’aumento del Prodotto Interno Lordo, in 5 anni, all’1,4% e con gli occupati che crescerebbero di 243mila unità.

La Dg di Confindustria spera che il Parlamento intervenga per rafforzare il provvedimento per risanare gli altri debiti della Pubblica Amministrazione in modo che «gli enti debitori siano privati di ogni possibile alibi per non pagare». Nel frattempo la scarsità di fondi contribuisce a incrementare i fallimenti delle imprese, che nell’arco di 5 anni sono raddoppiati – 3.596 nel 4 trimestre 2012 contro i circa 1.800 nel 4 trimestre del 2007 -. I debiti della P.a. italiane verso le imprese ammontano a 91 miliardi di euro alla fine del 2011. Somma che per Marcella Panucci «non ha eguali in Europa perché è una volta e mezza i debiti commerciali della Pa in Francia, quasi tre volte il Portogallo, oltre 4 volte la Spagna e quasi 5 quelli della Grecia».

Andrea Zitelli