Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ha una squadra di sette persone che si occupano esclusivamente del debito pubblico

Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha un team di  7 sette persone che si occupano solo del debito pubblico

Il punto certo è che a novembre 2013 si sia toccato il punto massimo, l’ipotesi è che il mese successivo cali sensibilmente. Leggendo i dati comunicati da Bankitalia l’andamento del debito pubblico italiano sembra che l’impennata sia destinata a rientrare. Sostituita da un forte calo, che gli analisti si aspettano nei numeri relativi a dicembre 2013. Per adesso, il dato certo è che il debito è salito di altri 18,7 miliardi a novembre, segnando l’ennesimo record storico di 2.104 miliardi di euro.

L’aumento di novembre è riconducibile principalmente a questioni tecniche: il fabbisogno del mese di 6,9 miliardi e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, che hanno raggiunto 59 miliardi. Come negli anni passati – si legge nel supplemento di Finanza pubblica di Bankitalia – nel mese di dicembre è molto probabile che il debito si sia fortemente ridotto, per merito di un consistente avanzo e del netto calo delle disponibilità liquide del Tesoro.

Sui dati ha inciso per 12,8 miliardi il sostegno dato dal nostro Paese a quelli dell’Eurozona. La quota di competenza italiana nei prestiti erogati dall’European Financial Stability Facility (Efsf) è stata di 6,7 miliardi. Per la terza e quarta tranche del capitale dell’European Stability Mechanism (Esm) – il famoso fondo salva-stati – ha portato invece a una spesa di 5,7 miliardi.

Dal 2010 il contributo italiano al sostegno finanziario ai paesi dell’area dell’euro è stato pari a 55,1 miliardi, di cui 33,6 miliardi riguardanti la quota dell’Italia dei prestiti dell’Efsf, 11,5 riguardanti la sottoscrizione del capitale dell’Esm e 10,0 miliardi relativi ai prestiti bilaterali in favore della Grecia, la cui erogazione è terminata alla fine del 2011. Aiuti di cui l’Italia non ha mai voluto beneficiare ma cui ha contribuito in modo massiccio.

Federico Thoman