«In caso di fallimento della trattativa sull’aumento del debito degli Stati Uniti, verrà avviato un esame formale del rating del Paese». L’annuncio arriva da Fitch Ratings, l’agenzia internazionale di valutazione del credito, impegnata a fornire ai mercati del debito nel mondo opinioni sul rischio. Se il Congresso degli Stati Uniti non troverà «un accordo tempestivo sull’innalzamento del tetto del debito», il rating del Paese verrà rivisto. E gli Usa potrebbero perdere il loro “AAA”.

Fitch sarebbe la seconda delle “tre sorelle del rating” – dopo Standard & Poor’s – a declassare il debito americano, esprimendo un giudizio negativo sui conti pubblici. «In mancanza di un piano di riduzione del deficit di medio termine credibile e condiviso», spiega Fitch, si procederà a un declassamento, «anche se verrà evitata una nuova crisi sul tetto del debito». Ad ogni modo secondo l’agenzia di rating le probabilità di un’insolvenza sui pagamenti della prima economia globale restano «estremamente deboli». Dopo un’apertura in ribasso, i mercati azionari europei hanno presentato un leggero rialzo e ignorato l’allarme sul debito statunitense.

A gennaio 2012, Fitch aveva declassato anche l’Italia, portando la capacità del Paese da “A+” ad “A-“, a causa della crisi del debito europea e dell’aumento dello spread. Solamente grazie «al forte impegno del governo italiano sui conti pubblici e sulle riforme, il Paese ha evitato un taglio più severo del rating», si leggeva nella nota.

Silvia Morosi