La data cruciale è oggi, 22 maggio 2023, nel pomeriggio di Washington. Se sarà trovato un accordo politico, sarà scongiurato il pericolo di default finanziario degli Stati Uniti, risparmiando l’ennesimo shock all’economia americana e mondiale. L’incontro risolutivo per autorizzare l’innalzamento al tetto del debito si terrà alla Casa Bianca e vedrà il presidente americano Joe Biden dialogare con lo speaker repubblicano della Camera Kevin McCarthy.

Margoini stretti – Il tempo stringe e la questione è cruciale: alzare i limiti alla spesa per il prossimo anno fiscale, che inizia a ottobre. Limiti già superati il 19 gennaio 2023, con il raggiungimento del tetto autorizzato di 31,4 miliardi di dollari, il 129% del PIL 2022. Secondo un ultimo rapporto di Goldman Sachs, il denaro necessario per finanziare gli obblighi del governo dovrebbe esaurirsi entro l’8-9 giugno. Per l’amministrazione Biden, la “data X” è fissata già al 1 giugno, ma l’impasse politica tra democratici e repubblicani non è risolta. Biden, durante una conferenza stampa tenuta dopo la fine del G7 di Hiroshima, ha definito «inaccettabile» la proposta dei repubblicani di tagliare 100 miliardi di dollari dai bilanci in cambio del via libera all’aumento del debito. «È tempo che i repubblicani accettino che non esiste un accordo bipartisan da concludere esclusivamente alle loro condizioni», ha affermato Biden, come riporta NBC news. I democratici, dunque, non sarebbero disposti ad accettare un limite di spesa inferiore ai livelli attuali, ma i repubblicani per ora sembrano fissi sulle loro posizioni, come si intende dalle dichiarazioni di McCarthy riportate da Fox Business: «È molto frustrante se pensano che spenderemo più soldi l’anno prossimo rispetto a quest’anno. Non è giusto. E non succederà».

Timide aperture – Nonostante il nulla di fatto dei negoziati della scorsa settimana, McCarthy si dice ottimista dopo aver parlato al telefono con Biden, di ritorno dal G7. «Penso che la mia discussione con il presidente sia stata produttiva», ha detto McCarthy. Poi ha aggiunto: «Penso che possiamo risolvere alcuni dei problemi». Aperture anche da parte di Garret Graves, rappresentante scelto da McCarthy per condurre i negoziati con la Casa Bianca, che domenica 21 ha parlato di passi in avanti. «Abbiamo fatto molti progressi», ha detto Graves. «Capire le reciproche posizioni, comprendere le linee rosse. Penso che siamo stati davvero in grado di avvicinarci, molto più vicini di quanto eravamo quando abbiamo iniziato». Biden, dal canto suo, esclude un’eventuale bancarotta degli Stati Uniti. «Sono fiducioso che avremo un accordo sul bilancio e che l’America non andrà in default», ha spiegato su Twitter il presidente americano ancor prima di partire per il G7. «In caso contrario, quasi otto milioni di americani perderebbero il loro posto di lavoro e gli Usa scivolerebbero in recessione. Non è un’opzione».

 

Il quadro- In tre anni il debito federale è aumentato di 8.500 miliardi di dollari.Il Congress Budget Office, l’agenzia bipartisan che analizza gli andamenti di bilancio, stima che il deficit sarà almeno di 400 miliardi superiore del previsto. Già nel 2011, con il governo Obama, si sfiorò il default proprio perché tardava ad arrivare un accordo sul tetto del debito. Anche in quel caso l’opposizione repubblicana usò il potere al Congresso come arma politica per ottenere concessioni dall’amministrazione in carica. L’accordo fu raggiunto in extremis. Intanto i mercati finanziari sembrano risentire dell’attesa del meeting tra Biden e McCarthy. I futures sui principali indici azionari americani sono in ribasso. Alle 7 circa (ora italiana), i contratti sugli indici Dow Jones e S&P 500 si attestavano appena al di sotto della parità, mentre i futures sul Nasdaq erano in rialzo dello 0,12%. Nonostante i timori degli investitori, Wall Street è reduce da una settimana positiva, che ha visto il Nasdaq Composite salire su base settimanale del 3,04%, lo S&P 500 guadagnare l’1,65%, il Dow Jones crescere dello 0,38%.