agcom_ansaChi è contro l’Agcom è con la pirateria. Il Presidente dell’Autorità di Garanzia nelle Comunicazioni Marcello Cardani difende con fermezza il “Regolamento sul diritto d’autore” in approvazione il 12 dicembre. Modificherà la legge che dal 1941 regola il settore, per aggiornare norme non più al passo coi tempi, visto che oggi la tutela della proprietà intellettuale passa soprattutto dal web.

In tanti, però, non sono d’accordo con la soluzione proposta dall’Agcom. Le polemiche riguardano soprattutto un punto: l’oscuramento di siti web sospettati di non rispettare le norme anti-pirateria. L’aspetto più criticato del Regolamento è la competenza dell’Autorità ad agire sui siti pirata e a renderli inaccessibili. Alcuni definiscono questo tipo d’intervento come una censura. Altri sostengono che andrebbe quanto meno autorizzato da una legge del Parlamento e non dal regolamento di un’autorità indipendente.

Una petizione online ha raccolto 4 mila firme, un’altra – dai toni più infuocati – ne ha raccolte 85 mila. Sull’argomento si sono espressi anche commentatori esteri, rappresentanti della politica nazionale e professionisti del settore. «Tutte le normative che disciplinano i diritti costituzionali, in particolare se riguardano la libertà di espressione, dovrebbero essere approvate dal Parlamento» ha commentato Frank La Rue, Relatore Speciale dell’Onu sulla promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione. Ha insistito sull’importanza di un passaggio parlamentare anche la Presidente della Camera Laura Boldrini.

Le proposte di legge sull’argomento non mancano. Il vicepresidente del Commissione Poste della Camera Ivan Catalano del Movimento 5 stelle, insieme alla parlamentare Mirella Liuzzi, ha presentato un disegno di legge di riordino del diritto d’autore. Ha fatto lo stesso anche il senatore del Pd Felice Casson, la sua proposta parte da tre presupposti: depenalizzare la violazione del diritto d’autore quando non c’è scopo di lucro, affidare al Dipartimento di pubblica sicurezza degli Interni l’applicazione delle sanzioni e abbattere le finestre temporali di distribuzione dei film (sistema con cui i film arrivano prima al cinema, per poi essere disponibili su altri canali e infine in DVD).

Dalla parte dell’autorità ci sono gli imprenditori del settore, che da tempo premono per l’approvazione del regolamento entro l’anno. «La scelta è tra legalità e far West, diamo un futuro alla produzione culturale» sottolinea Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia e dell’Associazione Italiana Editori (Aie). «Chiediamo una seria, efficace e non invasiva azione di contrasto alla pirateria on line», continua Polillo. «Solo questo può davvero aprire una nuova era nello sviluppo dell’offerta legale di contenuti digitali. Non ci interessa colpire lo scambio di file tra singoli ma i delinquenti veri, quelli che si arricchiscono alle spalle di chi la cultura la produce».

Ad approvare il regolamento è per di più un consiglio incompleto. L’ultimo dei commissari, Antonio Nicita, è stato nominato dalla Camera dei Deputati un mese fa ma non si è ancora insediato. Su Twitter, Guido Scorza, avvocato e blogger esperto di internet e diritto d’autore, ha chiesto informazioni allo stesso Nicita che gli ha risposto così:

Maria Chiara Furlò