Il presidente della Bce, Mario Draghi

Il presidente della Bce, Mario Draghi

«Tutti gli attori politici – sia a livello nazionale che europeo – devono fare la loro parte». Così Mario Draghi, il 27 novembre, in visita al parlamento finlandese, chiede una strategia complessiva. Che coinvolga tutti, per la riduzione del debito, l’aumento della crescita potenziale e la solidità dell’euro. L’Europa ha bisogno di «condividere ulteriormente sovranità» attraverso un «salto in avanti dalle regole comuni verso istituzioni comuni». La politica monetaria della Bce da sola non basta, servono direttive.

Continua Draghi: «Accolgo con favore la nuova proposta della Commissione per stimolare gli investimenti in Europa». Positivo quindi il giudizio al piano Juncker, l’operazione presentata dal presidente della Commissione europea il 26 novembre, che mobiliterà 315 miliardi da giugno 2015 «verso quei settori in grado di avere maggiore impatto sulla crescita potenziale».

La posizione della Bce sulla ripresa economica dell’eurozona rimane cauta: le prospettive di crescita «sono circondate da diversi rischi al ribasso», nonostante le politiche di credit leasing già attive per stabilizzare il tasso d’inflazione. Draghi ha annunciato che sono già pronte nuove misure nel caso in cui non ci fossero abbastanza benefici tangibile e chiede passi più veloci verso l’unione di bilancio. «C’è bisogno di vedere prima un processo di convergenza delle politiche economiche e finanziarie», ha concluso.

L’annuncio di nuove misure della Bce ha avuto effetti positivi sull’andamento delle borse europee, che giovedì mattina sono in lieve rialzo: Milano e Madrid avanzano dello 0,3%, Francoforte dello 0,4%. Continuano invece a scendere i rendimenti dei titoli di stato dell’Eurozona – il primato va ai decennali italiani che toccano nuovi minimi (2,11%) – mentre si alza l’indice di fiducia di imprese e consumatori dello 0,1% a novembre.

Michela Rovelli