La “Fenice” è chiamata a fare quello che, teoricamente, dovrebbe saper fare meglio: rinascere dalle ceneri. In questo caso però non parliamo dell’animale mitologico, bensì della società a responsabilità limitata di Chiara Ferragni. Il 10 marzo è la data chiave per l’imprenditrice milanese: le due assemblee in programma devono accettare i conti del 2023 e approvare la ricapitalizzazione, misure necessarie per rialzare il bilancio dopo le crisi del “pandorogate” e delle uova di Pasqua.

Fenice – Come riportato dal Corriere della Sera, il buco in bilancio potrebbe ammontare a circa 10 milioni di euro. Il bilancio evidenzia un calo netto nei ricavi, che passano da 14 milioni del 2022 a 2 milioni del 2024. A detenere le quote dell’azienda sono in tre: Paolo Barletta con il 40% tramite la società Alchimia, Pasquale Morgese con il 27,5% e la già citata Chiara Ferragni con il 32,5%. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il clima tra i soci sarebbe teso e Morgese non si troverebbe d’accordo nel voler ricapitalizzare l’azienda. Gli altri due opterebbero invece per una iniezione di capitale nella speranza di un rilancio del bilancio in questo 2025. A guidare La Fenice è Claudio Roberto Calabi, che nel 2024 è stato scelto per sostituire l’influencer e ha già attivato contromisure, con tagli drastici, per salvare l’azienda. Per il 2025 i costi operativi sono stati ridotti a circa 1 milione di euro con una diminuzione del personale da 16 a 8 membri e la sede è stata trasferita negli uffici della holding Sisterhood, per ridurne le spese.

Una serie di sfortunati eventi – Dal “pandorogate” alla crisi della uova di Pasqua, a partire dal 2023 la società ha subito un contraccolpo economico e reputazionale notevole. Lo scandalo ha visto coinvolti Chiara Ferragni e la società dolciaria Balocco. L’imprenditrice è stata accusata di presunte pratiche commerciali scorrette nella promozione e vendita di pandori a scopi benefici. Le indagini hanno portato La Fenice ad essere multata per 400 mila euro dall’Antitrust e alla fine di molte partnership commerciali, tra cui quelle con Coca-Cola, Safilo e Pantene. Chiara Ferragni è attualmente ancora sotto inchiesta per possibili responsabilità penali sulla vicenda. Il momento grigio è andato avanti e si è prolungato, nel dicembre 2024 infatti la società è stata cancellata d’ufficio dalla sezione speciale delle Pmi innovative, un elenco che offre agevolazioni fiscali e operative, per mancato deposito della dichiarazione di mantenimento del possesso dei requisiti.