Oggi, 3 febbraio, è stata la peggiore apertura degli ultimi cinque anni per le Borse cinesi. Il crollo dei titoli è avvenuto dopo una settimana di stop dei mercati per il festeggiamento dell’anno lunare. Un blocco prolungato dopo lo scoppio della pandemia dal focolaio di Wuhan. I morti totali accertati finora a causa del Coronavirus sono 362, superiori a quelli causati dalla Sars nel 2003, mentre i casi registrati sono oltre 17mila. Solo ieri, in Cina si sono contati 56 decessi. E mentre in Italia sono stati sospesi i voli da e per gli aeroporti cinesi, con l’ultimo rimpatrio dei 56 connazionali dalla patria del Sol levante, le Borse rispondono con una forte contrazione, con una perdita complessiva dei listini cinesi che ammonta a 420 miliardi di dollari.

Il crollo del mercato cinese – Sono 2600 i titoli che hanno perso più del 10%. In apertura, Shanghai ha totalizzato un meno 8,7%, mentre Shenzen ha segnato un risultato negativo del 9%. Anche i prezzi dei beni legati alla Cina hanno subito un crollo: secondo il Financial Times, il ferro è sceso del 7%, ma sono andati male anche greggio, olio di palma e rame. Per mettere una toppa alla situazione, oggi la Banca Centrale Cinese dovrebbe iniettare 1200 miliardi di yuan, corrispondenti a 156 miliardi di euro, per contrastare lo shock e mantenere «una liquidità ragionevole e abbondante». La banca centrale ha anche annunciato un taglio dei tassi sulle operazioni a 7 giorni, che come spiega il Sole24ore, passano da 2,50 a 2,40, mentre quelli sulle operazioni a 14 giorni diventano 2,55 da 2,65. Il conio cinese sta scivolando verso il basso anche in confronto alle altre monete. Il rapporto dollaro/yuan è arrivato a 7, 012: il massimo da Natale.

La reazione dei mercati internazionali – Se dopo la prima settimana di allarme i mercati europei avevano subito perdite tra il 3 e il 4%, nella mattina del 3 di febbraio sono partiti in rialzo. Madrid, la migliore del continente, sale di mezzo punto percentuale, seguita da Francoforte, che ha aperto con un +0,4%. Anche il FTSE MIB di piazza Affari è il leggero rialzo. Secondo le ricerche dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), a partire da calcoli che si basano su modelli e simulazioni del 2017, le perdite di reddito e l’impatto della mortalità, la crisi Coronavirus potrebbe costare circa 500 miliardi in un anno. L’impatto della pandemia sul pil mondiale dovrebbe invece essere di 0,6 punti. Come riporta Repubblica, invece, secondo la commissione rischi della National Academy of Medicine, il risvolto sull’economia globale dovrebbe essere, più ottimisticamente, di 60 miliardi di dollari. Stando all’impresa finanziaria giapponese Nomura, invece, l’impatto sul mercato cinese dovrebbe essere più forte di quanto stimato, dal momento che il picco del contagio dovrebbe ancora essere raggiunto.

Conseguenze su moda e lusso – L’intensificarsi della pandemia nel corso dei festeggiamenti per il capodanno lunare ha portato un crollo delle spese nel settore dei viaggi interni e verso Singapore. Secondo le ricerche condotte da Vogue Business, il mondo delle aziende di lusso in Cina è stato colpito solo marginalmente dalla crisi. Nonostante i turisti, sia stranieri sia interni, siano diminuiti drasticamente dallo scoppio della crisi sanitaria, le imprese già avviate hanno rilevato conseguenze minime sui propri ricavi. Sempre secondo la testata del gruppo Condé Nast, i marchi dovrebbero limitare la produzione a breve termine per compensare il calo delle vendite, ma già nella seconda parte dell’anno dovrebbe avvenire un ribaltamento nell’economia. I brand che possono contare su più basi manifatturiere stanno iniziando a ricollocare la produzione, mentre l’aspettativa è che l’e-commerce abbia un’impennata dal momento che sempre più consumatori passano il loro tempo a casa per ridurre i rischi di contagio.