Effetto Draghi. Così media e giornali hanno chiamato i segnali di ripresa dell’economia italiana di inizio febbraio, attribuendo il calo dello spread e l’andamento positivo di Piazza Affari all’entrata in scena dell’ex Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. L’economista, incaricato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di formare un nuovo Governo tecnico-istituzionale “di alto profilo”, gode della fiducia dei mercati azionari e degli investitori internazionali, che hanno ricominciato a comprare i Buoni del tesoro poliennali (Btp): così facendo, il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e i Bund tedeschi, lo spread, si è abbassato sotto la fatidica soglia dei 100 punti, registrando il risultato più basso da Dicembre 2015 (95 in apertura l’8 febbraio).
Sollievo per le casse del Tesoro – Secondo gli analisti questo ribasso, che potrebbe concretizzarsi nei minori interessi da pagare al momento del rinnovo o dell’immissione sul mercato di nuovi titoli di Stato, consentirà al Tesoro di risparmiare circa un miliardo e mezzo l’anno: risultati certo non di poco conto per un Esecutivo ancora da formare. A questo proposito, sembra essere fondamentale stabilire l’entità dell’appoggio parlamentare al prossimo presidente del Consiglio: in caso di consultazioni positive e della costruzione di una maggioranza stabile, non è da escludersi un ulteriore abbassamento dello spread. In un’intervista a Bloomberg Tv l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina ha previsto che «Un governo Draghi può accelerare la crescita del Paese e portare lo spread a 50-60 punti»: tutta un’altra situazione rispetto a dieci anni fa, quando nel novembre 2011 Mario Monti subentrò al dimissionario Berlusconi e il differenziale era schizzato a quota 575.
Milano “Regina” – Anche la borsa gode dei benefici dell’effetto Draghi: Piazza Affari chiude la prima settimana di febbraio come la miglior borsa d’Europa portandosi oltre i 23mila punti, con il paniere del Ftse Mib che registra un incremento del +7%. A trainare il mercato azionario ancora il rally dei titoli bancari, che reagiscono bene alla nomina di un ex collega a Palazzo Chigi: Bper in testa, decolla oltre il 7%; bene Intesa Sanpaolo (+3,11%) e Mediobanca (+3,37). Settimana positiva anche per Unicredit (+3,95%): ad attrarre gli investitori sono soprattutto le dichiarazioni di Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’Economia dei Governi Renzi e Gentiloni cooptato nel cda Unicredit, che non ha escluso per la banca milanese l’accrescimento attraverso linee esterne, come l’acquisizione di Monte Paschi di Siena. In ottica globale i riflettori sono puntati sull’America e sul piano di stimolo all’economia anti-Covid da 1.900 miliardi di dollari che dovrebbe essere approvato nei prossimi giorni dal Presidente Biden: la segretaria al Tesoro Janet Yellen ha detto che grazie a questi investimenti gli Stati Uniti potrebbero tornare alla piena occupazione nel 2022.