Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti

Più contratti di lavoro e più posti fissi. A meno di un mese dall’introduzione del Jobs Act arrivano le prime notizie riguardo ai suoi effetti sul mondo del lavoro. E sono positive. Il ministero del Lavoro ha reso pubblici oggi, giovedì 23 aprile, i dati sui contratti attivati e cessati nel nostro Paese nello scorso mese di marzo. A fronte di 549.273 cessazioni si registrano 641.579 nuovi rapporti lavorativi. Un saldo positivo di oltre 92.000 posti di lavoro. Il dato che riguarda il Jobs Act è però un altro. Le assunzioni a tempo indeterminato nel mese di marzo sono state oltre 162.000, rispetto alle 108.000 dello stesso mese del 2014: un aumento del 49% rispetto allo scorso anno. Scendono invece i numeri delle forme di lavoro precario: 14.000 impieghi a tempo determinato in meno e un calo addirittura del 25% delle collaborazioni.

I nuovi dati si aggiungono a quelli già positivi del bimestre gennaio-febbraio, che aveva visto un aumento su base annua del 35% dei contratti a tempo indeterminato (303mila rispetto ai 224mila dei primi due mesi del 2014). Nel mese di marzo si è assistito a una ulteriore accelerazione nell’aumento del lavoro fisso rispetto a quello precario. E mentre i dati dello scorso bimestre potevano essere attribuiti solo agli sgravi fiscali e contributivi concessi dal governo ai datori di lavoro che attivavano nuovi contratti a tempo indeterminato, quelli di odierni possono essere considerati una prima cartina al tornasole per il Jobs Act.

Il nuovo contratto a tempo indeterminato e tutele crescenti, introdotto nel quadro della riforma del mondo del lavoro varata dal governo Renzi, è infatti attivo dal 7 marzo. I dati del ministero sembrano suggerire come il nuovo modello abbia aiutato la creazioni di nuovi posti fissi. Si parla di solo una ventina di giorni ma i segnali positivi, in un quadro già di per sé in ripresa, ci sono tutti. «Con la legge delega di applicazione del Jobs Act non vogliamo far saltare l’impianto contrattuale italiano», ha commentato Poletti. Nel corso di una tavola rotonda sul salario minimo il ministro ha spiegato come lo scopo del governo non sia stato «affrontare il tema dei contratti strumentalmente: ma aprire una riflessione sull’assetto dei contratti, senza metterci semplicemente una zeppa».

Antonio Lusardi