Uno su quattro in tutto il mondo sarà targato Fiat. Non auto, ma trattori. Grazie alla fusione con la società specializzata Cnh, “la più importante operazione del 2012”. Quella da cui “l’Italia avrà grandi opportunità”. E al lavoro dell’amministratore delegato, che “sarà ancora con noi per molti anni, oltre il 2015”. Parola del presidente John Elkann, al tavolo dei relatori al Fiat Industrial Village di Torino il 30 maggio. In platea ci sono gli azionisti di Exor, la società finanziaria che controlla oltre il 60% di Fiat (tra la divisione Industrial e quella Chrysler), per l’approvazione del bilancio 2012.
Una strategia di produzione e vendita, quella di Fiat, che si ispira al suo operato in Cina, dove “siamo già il più grande operatore di veicoli commerciali e camion non cinese”. Sulla fusione di Fiat e Cnh John Elkann apre l’assemblea Exor, a cui non è invece presente lo stesso Marchionne.
Sui tempi, una rassicurazione: “Nessun problema all’orizzonte”. Restano carte da bollare e firme da mettere, ma entro il primo settembre l’acquisto del 12% dell’azienda Usa che Fiat ancora non possiede dovrebbe essere completa. E, alla riunione Exor, il presidente Elkan torna sulla questione della residenza fiscale dell’azienda che nascerà dall’unione di Fiat e Cnh. “Le decisioni sulle sedi giuridiche e legali sono dettate da convenienza. Le cose simboliche per noi hanno un valore molto basso, ciò che conta è la sostanza”. Cioè che “chi lavora avrà grandi opportunità da questa fusione”. Sono lontani i toni della replica della settimana scorsa all’annuncio che, dallo spostamento della residenza fiscale in Inghilterra, la patria della Fiat avrebbe perso 500 milioni di tasse. “Dichiarazioni e valutazioni completamente false”, hanno precisato dal Lingotto.
Ma sulle prossime mosse del gruppo automobilistico aspetta di vederci chiaro il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato. “L’incontro con l’amministratore Fiat è già fissato”, spiega a Radio24, nelle stesse ore in cui Elkann è impegnato al Fiat Industrial Village. La data però non sarà svelata, per evitare l’assedio della stampa. “Quello che voglio capire da Marchionne è che intenzioni ha rispetto alla presenza di Fiat in Italia. È la più grande azienda in Italia, produce 420 mila vetture, il 30% di quelle che saranno vendute in Italia. Non è poca cosa”.
Giuliana Gambuzza