Guai in arrivo per la finanza del Vecchio Continente. Almeno così ha rivelato lunedì 10 dicembre il quotidiano americano Wall Street Journal. La Commissione Europea ha confermato che sono in corso indagini sui modi in cui viene fissato l’Euribor: il tasso utilizzato per fissare i prezzi di mutui, finanziamenti e prodotti finanziari derivati.
Nel mirino ci sarebbero dodici banche, ritenute responsabili di tentata manipolazione di questo tasso, quello dei depositi interbancari a breve termine, offerti da una banca, cosiddetta “primaria”, a un altro istituto di credito all’interno dell’Eurozona. Quasi cinquanta istituti di credito partecipano complessivamente a fissare questo differenziale di mercato.
L’inchiesta di Bruxelles è iniziata nell’ottobre 2011, quando venne a galla lo scandalo del Libor, l’equivalente inglese dell’Euribor. Alla metà di novembre la Banca Centrale Europea aveva già auspicato una riforma che includesse la diretta regolamentazione da parte delle autorità europee e una maggiore indipendenza dall’Ebf (European Banking Federation). Che sostiene che l’Euribor sarebbe più trasparente del Libor, ma si è dichiarata disponibile a intervenire su “certe debolezze” della governance.
Antoine Colombani, portavoce del commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia, ha detto ieri a Bruxelles che si tratta di «un’inchiesta che consideriamo come una nostra priorità. Per il momento non posso dire di più, se non che l’indagine continua. Soprattutto non posso dirvi il nome delle banche che sono coinvolte da questa inchiesta». Le notizie riportate dal Wall Street Journal hanno così trovato un riscontro ufficiale.
Davide Gangale