Accordo trovato a Bruxelles tra i ministri delle Finanze dei 17 Paesi dell’Eurogruppo. La possibilità di concedere altri due anni alla Grecia per la riduzione del deficit sotto il 3% è diventata certezza la scorsa notte. Dal 2014 l’obiettivo slitta così al 2016. I negoziati procedono a rilento, ma verranno probabilmente chiusi il 20 novembre.

Questioni ancora aperte sono le divergenze con il Fondo Monetario Internazionale sulla sostenibilità del debito e le modalità di finanziamento del piano, che concederebbe una proroga per sistemare i conti di Atene.

Ostacolo principale è la distanza tra Fmi ed Eurogruppo. Christine Lagarde, direttore del Fmi, mantiene una posizione rigida e lontana dal presidente dell’Eurogruppo Juncker. Nessuno sconto per la Grecia da parte del Fmi, che mantiene l’obiettivo di una riduzione del rapporto debito/Pil al 120% entro il 2020, mentre per l’Eurogruppo il traguardo potrebbe essere raggiunto nel 2022.

C’è poi la questione di come finanziare i circa 32 miliardi di costo supplementare derivante dallo spostamento della riduzione del deficit di due anni. E qui le divergenze si fanno tutte europee.

Nonostante la volontà politica favorevole di trovare un accordo, i ministri dell’Eurogruppo si sono presi una settimana per valutare le modalità più idonee per erogare gli aiuti e trovare una posizione accettabile anche per Washington e per i Paesi a “tripla A”,quelli cioè che godono del giudizio di massima affidabilità creditizia. Questi infatti non sono certo pronti a dare carta bianca alla nuova operazione. Da Vienna, hanno precisato che non saranno i contribuenti austriaci a finanziare i nuovi bisogni greci. E il rischio di veto del Bundestag è una variabile su cui fa riflettere il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che chiede esplicitamente all’Eurogruppo di consultare il Parlamento tedesco.

Il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker è convinto che l’accordo si chiuderà comunque martedì prossimo e dichiara che venerdi’ 16 la Grecia scamperà il default attraverso un’operazione sui titoli di Stato a breve termine, grazie alla nuova tranche di aiuti da 31,2 miliardi. Almeno ci rimane la certezza del breve periodo, ma la Grecia rimarrà col fiato sospeso tra le incalzanti proteste popolari per un’altra settimana.

“Pensiamo che un accordo sulla Grecia è auspicabile, possibile e che ci arriveremo martedì prossimo”, ha dichiarato il ministro delle finanze francese Pierre Moscovici nella conferenza stampa congiunta franco-tedesca in cui è stata sottolineata la comunanza di vedute sul dossier greco con Schaeuble.

Silvia Ricciardi