A poche ore dal giuramento al Quirinale, l’ex numero due di Banca d’Italia Daniele Franco si trova ad affrontare i primi impegni da ministro dell’Economia. Il titolare di via XX settembre debutterà oggi davanti agli altri diciotto ministri dell’Eurogruppo per una riunione in videoconferenza durante la quale verrà definito il calendario delle attività del 2021.
I dossier europei – Il confronto muoverà dalle ultime previsioni della Commissione sul Pil dell’Unione e dei singoli Paesi, pubblicate all’inizio di febbraio. Secondo queste stime, più ottimistiche rispetto a quelle rese note lo scorso novembre, il prodotto interno dell’area Ue tornerà ai livelli pre-pandemia entro la fine del 2021. L’intenzione di Bruxelles per i prossimi mesi è mettere in campo misure più mirate, sostenute dall’arrivo e dall’utilizzo dei primi fondi del Recovery Plan, in modo da interrompere gradualmente il sostegno pubblico al settore privato. Interventi meno generalizzati serviranno anche a gestire la ripresa di settori che si rialzeranno con velocità differenti.
Resta poi la questione del Patto di stabilità, temporaneamente sospeso fino al 31 dicembre 2021. Se, come ci si aspetta, l’economia tornerà ai livelli pre-pandemia, si dovrà iniziare a discuterne la riattivazione. Paolo Gentiloni, Commissario europeo per gli Affari economici, auspica che le regole vengano ridiscusse prima di allora. Già Mario Draghi, quando era presidente della Bce, aveva espresso la volontà di rivedere il Patto.
Le questioni interne – Franco dovrà occuparsi anche di alcune scadenze ravvicinate del calendario nazionale. La prima misura da adottare è il quinto decreto Ristori, finanziato dallo scostamento di bilancio di 32 miliardi già approvato dal Parlamento. Sul fronte del lavoro, la data cerchiata in rosso è il 31 marzo, quando scade il blocco dei licenziamenti: sono oltre 200mila le lettere di licenziamento pronte a partire; e resta aperta la questione della cassa integrazione Covid. Sulla scrivania di via XX settembre, il ministro troverà anche dossier delicati come Alitalia, Ilva e Mps. Ma la sfida cui Franco dovrà dedicarsi con maggiore impegno è un’altra: rivedere in una manciata di settimane il Piano nazionale di Resistenza e Risilienza per spendere gli oltre 200 miliardi in arrivo da Bruxelles. Secondo le previsioni europee, l’Italia arrancherà più dei partner europei e la ripresa non sarà completata neppure entro la fine del 2022; ma le stime non tengono conto dei probabili effetti benefici dell’impiego dei primi fondi del Next Generation Eu.
L’esperienza – Franco avrà dalla propria parte la lunga esperienza in Banca d’Italia. 68 anni, di origini bellunesi, dopo la laurea in Scienze politiche e un master in Organizzazione aziendale il neoministro dell’Economia entrò a via Nazionale nel 1979 e ha passato gran parte della propria carriera nei corridoi di Palazzo Koch. Non è la prima volta che Franco siede in via XX settembre: dal 2013 al 2019 è stato Ragioniere generale dello Stato; un ruolo da cui deriva un potere non indifferente, dato che la Ragioneria può operare scelte vincolanti, come quella di non approvare una manovra finanziaria. Negli anni a capo della Ragioneria dello Stato, Franco ha dovuto prima contenere le richieste di spesa di Matteo Renzi, poi ha subìto gli attacchi di alcuni esponenti del Governo Conte-I che lo accusarono di voler boicottare misure-simbolo come il Reddito di cittadinanza. La sua linea, espressa nelle audizioni parlamentari, si può riassumere in due parole: «Debito e crescita». Il punto di riferimento nella sua formazione è stato l’economista Sergio Steve, che predicava diligenza nei conti pubblici, ma è stata rilevante anche l’influenza di Federico Caffè, il maestro del neo Presidente del consiglio Mario Draghi, cui Franco è legato da anni da una profonda amicizia.