L’Unione europea viaggia a due velocità. A dirlo è la Banca Centrale nel rapporto trimestrale sui dati di produzione, dove risulta un dislivello tra il Pil di Paesi che migliorano: come Francia, Paesi Bassi e Spagna, e di chi invece resta fermo, Germania e Italia. Il Bollettino economico della Bce sottolinea, inoltre, un contesto di debolezza dell’export e del settore manifatturiero. In crescita invece il settore dei servizi.

I dati – Nel terzo trimestre la crescita dell’Eurozona si è assestata sul +0,2%. Come evidenziato dalla Bce, le differenze tra le maggiori economie dell’euro sono notevoli: in salita il Pil di Spagna (+0,6%), Francia (+0,3%) e Paesi Bassi (+0,4%), mentre non si può dire lo stesso per Italia e Germania, entrambe ferme. Un avviso ai governi da parte di Francoforte che sottolinea «l’urgente necessità di rafforzare l’area dell’euro e la sua economia nell’attuale contesto geopolitico e accoglie con favore la riaffermazione di tale ambizione da parte dei leader dell’Ue».

Previsioni – Sebbene «le politiche di bilancio e strutturali dovrebbero stimolare la produttività, la competitività e la capacità di tenuta dell’economia», per la Bce le previsioni del quarto trimestre del 2025 sono caute. Ci si aspetta una crescita moderata per il Pil in termini reali, il valore totale dei beni e servizi prodotti in un paese escluso l’effetto dell’inflazione. La stima della banca centrale tiene conto di un «aumento coerente con una dinamica moderatamente positiva», come già visto a ottobre 2025, dell’indice Pmi composito preliminare, l’indicatore che misura l’andamento dell’attività economica nei settori manifatturiero e dei servizi. Sempre per il futuro, come scrive la Bce: «Ci si attende che l’elevata incertezza, l’aumento dei dazi effettivi e la maggiore concorrenza a livello mondiale frenino la crescita nel quarto trimestre del 2025».

Rischio povertà – in Italia si osservano, inoltre, condizioni di malessere economico più diffuse rispetto all’Ue. Il rischio povertà è del 18,9%, contro il 16,2% del resto degli altri 27 paesi dell’Unione Europea. A  è il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) 2024 diffuso dall’Istat. Sempre secondo l’indice, emerge anche la disuguaglianza del reddito netto (5,5% Italia contro 4,7% Ue27).