ANSA / CIRO FUSCO

Anche la pazienza ha un limite. E quella dello Stato nei confronti di Arcelor Mittal, ormai, è finita. Le due parti da mesi cercano un accordo sull’Ilva, ma all’orizzonte solo fumata nera. Si va verso il commissariamento di Acciaierie d’Italia. La notizia dovrebbe diventare ufficiale nel giro di poche ore. Nel pomeriggio del 19 febbraio sono attesi i sindacati a Palazzo Chigi.

La posizione dello Stato – Invitalia, azienda controllata interamente dal ministero dell’Economia che controlla il 32% dell’Ex Ilva, ha inviato al ministero delle Imprese e del Made in Italy l’istanza per richiedere l’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia. Nel comunicato dell’azienda si legge che “dopo aver esperito negli ultimi mesi e da ultimo in queste settimane, in costante dialogo con il Governo, ogni tentativo possibile di accordo con il socio privato” la scelta è stata determinata “dall’indisponibilità” di Arcelor Mittal a “contribuire a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture”. Negli ultimi mesi lo Stato ha cercato un accordo con il colosso industriale perché questo vendesse la sua quota di socio di minoranza a un terzo oppure perché investisse risorse nell’impianto. Ma, secondo quanto riportato da Invitalia, non si è arrivato a nulla di concreto.

La posizione del privato – ll gruppo Acciaierie d’Italia ha risposto dicendo che “le società Acciaierie d’Italia, AdI Energia, AdI Servizi Marittimi, AdI Tubiforma hanno depositato domanda di concordato con riserva, con richiesta di misure protettive”.

Gli scenari – Al momento sono possibili due strade: l’amministrazione straordinaria e il concordato preventivo. L’amministrazione straordinaria è una procedura concorsuale che, in caso di dichiarazione dello stato d’insolvenza, mira alla conservazione del patrimonio dell’impresa. Viene nominato un commissario che ha il compito di attuare il programma di risanamento attraverso la ristrutturazione economica dell’azienda o la sua cessione. In termini concreti, l’amministrazione straordinaria consentirebbe all’Acciaieria di proseguire la sua attività e di mettere al sicuro i posti di lavoro, ma potrebbe aprire un lungo contenzioso legale tra lo Stato e ArcelorMittal. Si tratterebbe di un salvataggio pubblico, con conseguente nazionalizzazione, in attesa di trovare un nuovo partner privato. Il concordato preventivo è un’altra procedura concorsuale che, come per l’amministrazione straordinaria, prevede la prosecuzione dei rapporti di lavoro. Questo procedimento, però, nel caso in esame, rischia di allungare i tempi. La proposta di concordato deve essere, infatti, presentata nel termine di 60 giorni dall’imprenditore insieme a un “piano economico finanziario” che deve essere valutato dal Tribunale dove è stata depositata la domanda. La strada, dunque, dell’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia sembra quella più verosimile.