Michele Elia, amministratore delegato dimissionario di Ferrovie dello Stato

Michele Elia, amministratore delegato dimissionario di Ferrovie dello Stato

Azzerati i vertici delle Ferrovie dello Stato. L’intero Consiglio di amministrazione si è dimesso dopo la riunione del 26 novembre. Una svolta per accelerare l’ingresso di altri imprenditori nel gruppo. Si conclude così la rottura tra i dirigenti e il governo azionista di maggioranza, culminata con l’annuncio del ministro dei Trasporti Graziano Delrio sull’avvio della privatizzazione di Fs. L’accelerazione decisiva è arrivata dopo un Consiglio dei Ministri della settimana precedente, che aveva esaminato il decreto. Sarà quindi un nuovo gruppo dirigente a traghettare l’azienda verso la privatizzazione, dati i contrasti tra i manager uscenti e il presidente del Consiglio sulle modalità.

Il ministro Delrio aveva spiegato: «Viene avviata la procedura che tiene presente la complessità della gestione delle Fs e la necessità di aumentare gli obblighi di servizio pubblico». Restano ancora importanti nodi da sciogliere: prima di tutto quali attività mettere sul mercato. Il decreto approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri prevede una vendita del 40% di Fs e il mantenimento in mano pubblica della rete ferroviaria. Se Delrio ha già rassicurato su un’infrastruttura ferroviaria pubblica e aperta alla concorrenza, il titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan sembra invece più orientato a una vendita in blocco per far cassa.

«Provvederemo rapidamente alla nomina del management chiamato a condurre la società nel processo di valorizzazione», ha commentato il ministro in una nota. «A tutti gli amministratori, e in particolare a Marcello Messori e a Michele Elia nei rispettivi ruoli di presidente e amministratore delegato, va la gratitudine del Governo per il lavoro svolto». Padoan precisa anche di aver «apprezzato la scelta dei vertici aziendali di fare un passo indietro rinunciando al proprio incarico».

Matteo Furcas