Termina a Trento la decima edizione del festival dell’Economia che per cinque giorni, dal 29 maggio al 2 giugno, ha affollato la città di giornalisti, addetti ai lavori e curiosi venuti ad ascoltare i molti esponenti politici di primo piano e studiosi di fama internazionale, tra cui due premi Nobel. Un’edizione molto partecipata, con i 16 luoghi, fra teatri e sale, che hanno ospitato gli eventi della kermesse sempre gremiti, e lunghe file per trovare un posto a sedere. Oltre 400 i giornalisti accreditati e quasi due milioni gli accessi alle dirette streaming dei dibattiti.
Tema di quest’anno è stato la “mobilità sociale”, e come i cambiamenti in atto in Occidente dopo lo choc della crisi abbiano fatto aumentare la disuguaglianze. “La mobilità sociale è la possibilità di colmare il divario tra ricchi e poveri nel corso della vita”, ha spiegato il direttore scientifico della manifestazione Tito Boeri, “è un argomento che gli economisti hanno affrontato solo di recente, ma è cruciale parlarne perché le differenze all’interno della società non si amplifichino”. Oggi i tradizionali canali di ascesa sociale – scuola. università, lavoro – non funzionano più, ed è necessario trovare nuove soluzioni per evitare che la ricchezza si accumuli nelle mani di pochi privilegiati.
Su questo problema sono intervenuti i premi Nobel Joseph Stiglitz e Paul Krugman, rispettivamente in apertura e in chiusura della manifestazione. “La disuguaglianza non è un destino, ma una scelta”, ha detto Krugman, “e possiamo fare molto per ridurla. I redditi”, ha ricordato, “negli ultimi anni sono cresciuti solo fra la classe media cinese e per l’1% della popolazione, ovvero i super ricchi”.
Star della manifestazione è stato l’economista francese Thomas Piketty, autore del bestseller “Il capitale nel XXI secolo”, che nel suo intervento ha ricordato che “oggi la ricchezza cresce assai più in fretta nelle mani di pochi rispetto alla moltitudine. In Italia, ad esempio, in questo periodo la ricchezza privata cresce più in fretta di quanto stia calando il debito pubblico”.
Sale piene anche per gli interventi di due personaggi molto discussi. L’informatico italo-francese Hervè Falciani, l’uomo che con la sua “lista” di evasori fiscali ha fatto tremare il sistema bancario internazionale, e Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review, che nel libro “La lista della spesa” elenca le inefficienze della Pubblica Amministrazione e suggerisce dove risparmiare. Le lunghe file per riuscire a seguire i loro interventi provano come le tematiche dell’evasione fiscale e degli sprechi pubblici siano tra le più sentite nel nostro Paese.
Infine, da segnalare gli interventi degli esponenti di primo piano del Governo. Il primo ministro Matteo Renzi è stato intervistato sabato 30 maggio da Lilli Gruber insieme al collega francese Manuel Valls. I due leader hanno parlato di riforme economiche e dei problemi dell’Europa, ribadendo la volontà comune di superamento dell’austerità e la necessità di rilancio della crescita economica nel nostro continente. Il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, intervistato il 2 giugno da Ferdinando Giuliano del Financial Times, ha espresso ottimisto sulla ripresa italiana. “I dati economici del primo trimestre – ha detto Padoan – ci dicono che andiamo nella giusta direzione. Gli investimenti cominceranno a crescere e già lo stanno facendo”.
Simone Gorla e Chiara Baldi