«Siamo pronti a confermare tutti i nostri impegni per l’Italia». La promessa arriva dall’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, al Quattroruote Day che si tiene giovedì 17 gennaio a Palazzo Mezzanotte a Milano, a margine del convegno “Quale futuro per l’auto in Italia”. L’attesa per le dichiarazioni del numero uno del Lingotto era grande, in un momento tanto delicato per il settore automobilistico e per l’economia del Paese. Marchionne ha assicurato: «In tre-quattro anni arriveremo all’impiego pieno dei nostri dipendenti».
Quindi la rassicurazione su Melfi: «Abbiamo dovuto ristrutturare gli stabilimenti, ma ripartirà tutto. Il mercato europeo dell’auto chiuderà il 2013», in linea con il 2012. Il Lingotto ha, infatti, chiesto martedì 15 gennaio lo spostamento dell’avvio della procedura di cassa integrazione straordinaria dal prossimo 11 febbraio al 31 dicembre 2014. «A Melfi tutto nuovo per ripartire per i mercati internazionali. Uno che capisce un minimo di auto sa che per cambiare da una vettura all’altra deve cambiare tutto. Non faccio panini io», ha aggiunto l’ad di Fiat. Nello stabilimento in provincia di Potenza l’azienda torinese conta di produrre, a partire dalla primavera del 2014, due nuovi modelli, Lutility Vehicle del marchio Jeep e la nuova Fiat 500X.
«Andranno bene America, Brasile e Cina», ha poi spiegato, sottolineando come non esistano motivi per esporre l’industria dell’auto europea ad un altro accordo “squilibrato” con il Giappone concorrente. «Sono il primo a schierarmi – ha aggiunto – a favore di un mercato libero e senza barriera, ma alla base di tutto ciò deve esserci un principio sacrosanto: la parità di condizione per i concorrenti». Il top manager ha ricordato che Fiat ha programmato di portare in produzione 17 nuovi modelli e 7 aggiornamenti di prodotto da qui al 2016. Riferendosi al partner cinese Guangzhou Automobile Group Co, Marchionne ha poi garantito: «in Cina con Gac potranno essere prodotte 100mila vetture all’anno. Lo stabilimento è pronto e potenzialmente potrebbe iniziare la produzione tra 18 mesi».
Sul tema degli investimenti in Italia, l’ad di Fiat ha chiarito «Non abbiamo parlato di Mirafiori, abbiamo parlato di Grugliasco. Quando saremo pronti ad annunciare gli altri lo faremo». Al momento, l’unica certezza è che «non chiuderemo fabbriche in Europa» ha concluso Marchionne, augurandosi che nel secondo semestre cominci una leggera ripresa. Sul fronte della politica interna, a quanti lo hanno provocato sulla scelta tra Bersani e Monti, l’ad ha poi precisato «la Fiat è filogovernativa, non ha mai fatto una scelta del genere. Non me lo chiedete nemmeno».
Silvia Morosi