La "supertassa" pensata dal Governo intende aumentare la tracciabilità dei pagamenti, nell'ottica di ridurre l'evasione fiscale.

La “supertassa” pensata dal Governo intende scoraggiare l’utilizzo dei contanti, favorendo allo stesso tempo una maggiore tracciabilità dei pagamenti e la riduzione dell’evasione fiscale.

Tassare i depositi bancari in contanti per incoraggiare i pagamenti elettronici. E ridurre l’evasione fiscale. Lunedì 16 febbraio, Matteo Renzi incassa il sì della direzione Pd e si appresta a introdurre un’importante novità in materia tributaria. È atteso infatti per il 20 febbraio il via libera del Consiglio dei Ministri alla “supertassa” pensata per ridurre l’evasione fiscale e incoraggiare i pagamenti virtuali. Si tratta di un’imposta di bollo proporzionale ai versamenti giornalieri in banca superiori ai 200 euro.

Si può spiegare la rilevanza di questo provvedimento con un esempio. Il commerciante o libero professionista che verserà sul proprio conto corrente una somma superiore al limite fissato dalla legge, sarà tassato dallo Stato con un’aliquota ancora da definire. La misura, che diventerà legge con l’approvazione di un decreto di esecuzione della legge-delega sul fisco approvata dal Parlamento, è stata pensata con due obiettivi. Da un lato, scoraggiare i pagamenti i contanti, che collocano l’Italia al primo posto in Europa con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di evasione fiscale. Dall’altro, permettere agli istituti bancari di ridurre le spese per la gestione del contante (cinque miliardi all’anno) e aumentare gli utili legati alle operazioni elettroniche.

Il provvedimento rientra in un più ampio progetto governativo, finalizzato all’aumento del gettito fiscale complessivo. Tra le misure di cui è prevista l’entrata in vigore entro il 2017, rientrano la memorizzazione e la trasmissione telematica allo Stato di tutte le transazioni giornaliere. Si prevede quindi un progressivo addio allo scontrino cartaceo, sostituito da comunicazioni telematiche da inviare al fisco mediante nuovi registratori di cassa o con smartphone e tablet. Tali obblighi ricadranno non solo sulle normali attività commerciali, ma anche sui liberi professionisti, incentivati a emettere fatture elettroniche per evitare la temuta “supertassa” governativa.

Roberto Bordi