Cinquanta miliardi di euro per la prima rata 2015 di Imu e Tasi. Senza contare le ritenute e le addizionali di Irpef, Ires, Iva e Tari. Questa – secondo la Cgia di Mestre – la somma che i contribuenti italiani dovranno versare nella casse dello stato entro il 16 giugno: «Una cifra da far tremare i polsi», commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia. Nonostante il “Tax day” di giugno sia ormai una scadenza fissa nel calendario del fisco italiano.
Venti milioni le famiglie italiane che potranno approfittare dell’ultimo giorno utile per pagare le imposte. Possibili file alle poste, code nei Caf e nei patronati per il calcolo degli indici e dei conti da pagare. Anche se da quest’anno è possibile effettuare i pagamenti online, direttamente sul sito dell’Agenzia delle entrate.
IMU e TASI – Sono 19,7 milioni i proprietari di prima casa e 25 quelli di altri immobili chiamati a pagare rispettivamente l’acconto della Tasi e la prima rata dell’Imu. Imposta, questa, che interessa anche i proprietari di 70 mila abitazioni di lusso. Dai loro versamenti lo Stato incasserà 12 miliardi di euro: 9,7 miliardi derivanti dal pagamento dell’Imu e 2,3 miliardi dall’imposta sui servizi indivisibili. Una boccata d’ossigeno anche per i comuni, nelle cui casse arriveranno circa 10,1 miliardi di euro.
IRPEF – Se a pesare di più sui bilanci delle famiglie è la Tasi, l’imposta più “impegnativa” per le aziende sarà l’Irpef. Si aggira intorno ai 10,4 i miliardi di euro la cifra che le imprese dovranno versare per pagare le ritenute Irpef dei di dipendenti e collaboratori. Altrettanto importante sarà il pagamento dell’Ires (l’Imposta sui redditi delle società di capitali) che, secondo i calcoli della Cgia, permetterà all’Erario di incassare 9,1 miliardi di euro. Nelle casse dello Stato arriveranno anche 6,8 miliardi di Iva e 4 miliardi derivanti dal pagamento dell’Irap.
Carmela Adinolfi