Il Presidente della Cna Ivan MalavasiLa pressione fiscale in Italia “è una delle più alte del mondo”. A lanciare l’allarme fisco è il presidente della Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato) Ivan Malavasi all’assemblea annuale dell’associazione. “Secondo le ultime analisi della Banca mondiale la pressione fiscale sui profitti, sommando tasse e contributi, è pari al 68,5%”.

Non è finita. “Nel 2012 con l’Imu l’imposizione sugli immobili produttivi è destinata a raddoppiare”, dice Malavasi, che fa notare anche come il peso delle tasse sia “il fronte principale su cui le imprese rischiano di essere sconfitte”.

Il Presidente Cna rivolge il suo appello al governo: “Serve un’idea Paese che metta al centro le piccole imprese. La politica deve definire gli obiettivi strategici nei prossimi 10-15 anni su cui concentrare le risorse”.

Malavasi sottolinea come “negli ultimi 4 anni abbiamo perso quasi 90.000 imprese artigiane di produzione, oltre il 20%. Ben 250 mila posti di lavoro in meno. Si tratta di un numero enorme, pari a venti volte quello dei dipendenti dell’Ilva”.

Il riferimento è anche ai posti di lavoro e ai  lavoratori “invisibili, perché fuori dal campo visivo dei media e delle istituzioni”. Intere filiere produttive, che per anni hanno rappresentato il vanto del nostro Paese, stanno scomparendo, spiega Malavasi, e rischiano di trascinare nel baratro l’indotto e le comunità territoriali.

Manifattura, costruzioni e terziario avanzato sono i settori con il più elevato numero di addetti per impresa, con i maggiori investimenti in tecnologia, innovazione, formazione, con la più alta capacità di produrre ricchezza, osserva il presidente Cna. Sono anche i settori più esposti alla dinamica dei mercati, alla disponibilità di credito, ai rischi connessi alla pianificazione di lungo periodo.

“Paradossalmente – dice – sono proprio le imprese che hanno rischiato, investito, scommesso ad avere oggi maggiori difficoltà. Proprio grazie a queste imprese, che più si sono esposte sui mercati, oggi siamo, per centinaia e centinaia di prodotti, primi, secondi o terzi al mondo”

Stefania Cicco