Il mondo cresce, ma meno delle previsioni di ottobre 2014. Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato oggi, 20 gennaio 2015, il nuovo World Economic Outlook, il documento che aggiorna le stime sull’aumento del reddito mondiale e dei diversi Stati. Secondo l’Fmi, l’Italia torna a registrare prospettive di un aumento del Pil nel 2015 anche se meno delle attese. Previsto un taglio di mezzo punto in percentuale sulle stime di crescita del Paese sia nel 2015 che nel 2016, quando il Pil salirà rispettivamente dello 0,4% e dello 0,8%.

I dati del Fondo Monetario Internazionale

I dati del Fondo Monetario Internazionale

Le previsioni sono peggiorative anche per Francia e Germania, mentre migliorano per la Spagna. Nel complesso, per la zona euro la crescita nel 2015 si prospetta debole: +1,2% nel 2015 e +1,4% nel 2016. Anche qui, le nuove stime sono più basse delle precedenti, dello 0,2 quest’anno e dello 0,3 il prossimo.

La ricchezza mondiale nel 2015 crescerà del 3,5%, anche in questo caso un dato in calo, dello 0,3%, rispetto a ottobre. La revisione verso il basso riflette il crollo delle stime su grandi paesi come Cina e Russia. Nel secondo Paese è previsto per quest’anno un crollo del Pil del 3% e dell’1% nel 2016. La Cina, seppur con prospettive di crescita positive (del 6,8% nel 2015), scende dello 0,3% dal dato precedente. La diminuzione del reddito nazionale cinese e russo non è controbilanciata dal forte calo del prezzo del petrolio, né dalle previsioni di crescita per gli Stati Uniti, che migliorano. Nel 2015 sono del 3,6% (+0,5 punti) e nel 2016 del 3,3% (+0,3).

Questa infografica pubblicata sul profilo twitter del Fondo Monetario Internazionale illustra i quattro sviluppi fondamentali del 2014 che influiscono sulle nuove previsioni di crescita. In particolare, la caduta dei prezzi del petrolio potrebbe incoraggiare l’economia mondiale più dell’atteso. Tuttavia, gli investimenti bassi, la stagnazione della zona euro e del Giappone, la volatilità dei mercati e gli eventi geopolitici imprevisti pesano in negativo sulle stime del Fondo.

Livia Liberatore