La borsa di Parigi

«La situazione economica è grave». Il presidente francese François Hollande si arrende all’evidenza dei numeri, che descrivono un paese ufficialmente in recessione. «Minimizzare non serve a nulla». Dopo una flessione del Pil – nell’ultimo trimestre del 2012 – pari allo 0,2%, l’Insée (Institut national de la statistique et des études économiques) ha annunciato una seconda contrazione, della stessa entità, nel primo trimestre del nuovo anno. Una sequenza negativa che non può che tradursi nella parola «recessione». Un problema che la Francia affronta per la seconda volta in cinque anni, dopo la crisi del 2008-2009. Rispetto ad allora, però, ha precisato la portavoce del governo Najat Vallaud-Belkacem, «la depressione è meno profonda».

A Parigi, così, appare sempre più complesso l’obiettivo di un Pil in crescita dello 0,1% nel 2013. Tanto richiederebbe il piano pluriennale di stabilità appena presentato. Si allontana, ugualmente, il target di un deficit al 2,9% del Pil, come previsto dal Governo.

La diagnosi dell’Insée accresce quindi la pressione su Hollande, costretto ad adottare al più presto misure strutturali per rivitalizzare un’economia ormai intorpidita. «La Francia deve proporre un programma credibile di riforme», ha annunciato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso.

Le rilevazioni del primo trimestre tratteggiano un Paese in difficoltà anche su altri fronti: i consumi delle famiglie sono scesi dello 0,1% e le esportazioni sono diminuite dello 0,5%. Anche gli investimenti delle imprese hanno continuato ad arretrare: -0,8%, dopo un -0,7% nell’ultima parte del 2012.

Il rallentamento del Pil – che non ha risparmiato neanche la Germania, cresciuta al di sotto delle stime degli analisti – non ha scosso, però, gli indici di borsa. Parigi ha perso lo 0,07%, mentre lo spread Francia-Germania si mantiene stabile intorno a quota 55.

Giulia Carrarini