«Se il presidente Jean-Dominique Senard avesse voluto tagliarci fuori, non sarebbe venuto fino a qui a spiegarci l’operazione». Il numero uno di Nissan, Hiroto Saikawa, dà un primo segno di apprezzamento al progetto di fusione tra il proprio socio Renault e il gruppo Fca (Fiat-Chrysler). Da due giorni (28 maggio), il presidente della casa automobilistica francese è a Tokyo per rassicurare i soci nipponici. «La fusione con Fca non implicherà tagli di posti di lavoro e Nissan beneficerà dell’accordo. Una partnership più stretta può solo migliorare l’alleanza» ha dichiarato Senard in un’intervista a Bloomberg.

Il presidente del Group Renault Jean-Dominique Senard (ANSA/AP Photo/Christophe Ena, File)

“Missione lampo” – «Si è svolta una discussione aperta e trasparente sulla recente proposta di FCA a Groupe Renault». Poche parole rassicuranti quelle espresse ieri sera dal quartier generale Nissan a Yokohama, alla fine dell’incontro tra la casa giapponese e i massimi vertici del Group Renault. Il presidente Jean-Dominique Senard e il Ceo Thierry Bolloré sono volati martedì sera in Giappone per informare personalmente Nissan e Mitsubishi sulle ricadute dell’accordo con Fca. Senard si dice sicuro del beneficio che la fusione (Fca-Renault diventerebbe il terzo più grande conglomerato nel settore automobilistico, dietro a Vw e Toyota) porterà con sé: «L’aspetto positivo di questo accordo è la forza che acquisterebbe la nuova alleanza nell’industria dell’auto a livello globale: ci sono opportunità per entrambe le parti nella condivisione dell’esperienza e delle competenze». Osamu Masuko invece, Ceo di Mitshubishi Motors (terza azienda facente parte del gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi Alliance) prende tempo: «Abbiamo bisogno di tempo per verificare i vantaggi che Renault assicura dalla fusione con Fca».

L’accordo – Una fusione da 160 miliardi di euro di fatturato e quasi 9 milioni di veicoli venduti ogni anno. La nuova società sarebbe leader nel settore delle tecnologie elettriche e nel mercato dei suv, dei pickup e dei veicoli commerciali. La proposta, dopo una serie di concambi azionari rispettosi del differente valore dei due partner, prevede la fusione sotto una capogruppo olandese divisa in quote paritetiche tra Fca e Renault. La casa francese possiede inoltre il 43% delle azioni della Nissan, che verrebbero dimezzate e ridistribuite anche agli azionisti Fca. La società giapponese, attuale proprietaria del 15% delle quote Renault, vedrebbe la propria partecipazione dimezzata. Alla luce di questi numeri, alcuni esperti hanno ipotizzato che per Nissan non sia conveniente sottrarsi a un’offerta avanzata da società molto più potenti sul mercato.

«Renault valutata il 10% in meno» – A turbare la tranquillità della trattativa ci ha pensato Carlos Tavares, Ceo del Psa Group, proprietario di Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall. L’uomo d’affari portoghese ha dichiarato che «si tratta di un takeover (acquisizione) virtuale, con molti vantaggi da parte degli italiani nei confronti del gruppo francese». Prima di Renault, era stato il gruppo Psa ad aver avviato una trattativa, poi fallita, con il gruppo Fca. Anche il quotidiano francese Le Monde è scettico nei confronti  della fusione, perché «mentre si capisce chiaramente l’interesse di quest’opera da parte del gruppo italo-americano, per Renault, al momento, gli inconvenienti superano di molto i vantaggi». Ma c’è anche chi non vede in maniera negativa questa proposta, persino in Giappone: «Se questa fusione andrà in porto – dice Tatsuo Yoshida, analista della Sawakami Asset Management – rafforzerà la posizione negoziale di Renault sia nei confronti di Nissan, sia nel mercato globale». Fca intanto rassicura i lavoratori e annuncia un incontro con i sindacati «non appena ci saranno le condizioni per affrontare i temi posti».