Sede dello stabilimento ex-Alstom Power, ora General Electric, a Sesto San Giovanni

La protesta dei lavoratori della ex Alstom, ora General Electric, non si ferma. Venerdì 15 gennaio sono scesi in piazza per protestare contro il piano di ristrutturazione previsto dai vertici: 249 esuberi, di cui 224 entro la fine dell’anno e ulteriori 25 nel 2017. In piazza erano oltre 200: lavoratori, rappresentanti sindacali e autorità cittadine. Sono partiti dalla sede dello stabilimento, a Sesto Marelli. Prima una tappa a San Babila, poi il corteo fino al Palazzo della Prefettura.

La manifestazione parte da Sesto Marelli con il sindaco Monica Chittò e le assessore Rita Innocenti ed Elena Iannizzi

Ad aprire la manifestazione Monica Chittò, sindaco di Sesto San Giovanni, Lidia Arduino, vicesindaco di Cusano Milanino, e Marco Pilotti assessore al Lavoro del Comune di Cormano. Questi sono solo tre dei comuni dell’hinterland milanese, dove risiedono i lavoratori che rischiano il licenziamento. L’ex Alstom Power rappresenta un’eccellenza sul piano dell’energia a livello mondiale ed è il gioiello tecnologico del Comune di Sesto. Ragion per cui Monica Chittò, il 22 gennaio, ospiterà un incontro al quale sono invitati tutti i comuni, anche stranieri, impattati dalla procedura. In tutta Europa gli esuberi previsti dalla GE sono 6.500, 1.700 solo in Germania, dove venerdì si è tenuto in simultanea un corteo dei lavoratori.

Il corteo sfila nelle vie del centro, da San Babila fino alla prefettura

Lo scopo della manifestazione era di raggiungere il Palazzo della Prefettura per chiedere al prefetto di intervenire e sollecitare le istituzioni ad aprire un tavolo di confronto a livello governativo. «Chiudere la produzione di un punto di eccellenza non significa solo perdere posti di lavoro, ma una grave perdita per tutto il territorio» ne è convinto Giuseppe Mansolillo, segretario della Fim-Cisl di Milano, che prosegue: «Il problema coinvolge non solo Sesto, ma anche la Lombardia e l’Italia, per cui se ne devono occupare tutti». E un intervento del governo è proprio quello che i sindacati hanno chiesto al prefetto per salvare la produzione nello stabilimento a Sesto Marelli, che conta 456 dipendenti, e i posti di lavoro a rischio.

I rappresentanti sindacali, i delegati dei lavoratori e i portavoce dei comuni vengono ricevuti dal prefetto

I lavoratori in corteo sono stati bloccati a pochi passi dalla Prefettura, ma il prefetto ha accettato di ricevere i loro delegati, insieme ai rappresentanti sindacali e ai portavoce dei Comuni. Grande soddisfazione è stata espressa da Marcello Scipione, segretario generale Fiom Milano, alla fine del lungo incontro. «Il prefetto ha voluto conoscere nel dettaglio tutta la situazione e si è impegnato in prima persona a garantire un tavolo ministeriale di confronto, nonché il suo interessamento diretto nei confronti della multinazionale che verrà convocata in prefettura nei prossimi giorni per avere rassicurazioni che non partiranno in modo unilaterale con le procedure di licenziamento e per capire se ci sono margini di trattativa che prevedono la continuità dello stabilimento e non la chiusura». Nonostante il successo dell’incontro, il segretario della Fiom è consapevole che «senza un intervento pubblico da parte del governo sarà molto difficile ottenere dei risultati». La prossima mossa sarà cercare un coordinamento del sindacato europeo, un’iniziativa da condurre in parallelo con quella a livello nazionale con il governo.

Alessia Albertin
Alberto Bellotto