Cresce in Italia la disoccupazione giovanile

Aumentano i disoccupati italiani tra i 15 e i 24 anni

Nuovo record negativo per l’occupazione giovanile. Tra gli italiani compresi tra 15 e 24 anni, studenti esclusi, il tasso di disoccupazione giovanile nel novembre 2012 ha toccato il 37,1 per cento. Per ritrovare un dato così allarmante bisogna tornare indietro di 20 anni, al 1992, quando la metà di questi giovani ancora non era nata.

L’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca (quindi parte della forza lavoro potenziale), è in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto ad ottobre 2012 e di 5 punti rispetto al novembre dell’anno precedente. Sono 641mila i giovani in cerca di lavoro, pari al 10,6 per cento della popolazione totale under 25, studenti inclusi.

Il dato posiziona l’Italia al quarto posto nella classifica della disoccupazione giovanile nell’Eurozona. Una situazione peggiore la si trova solo in Grecia (57,6%), Spagna (56,5%) e Portogallo (38,7%). Questi quattro Stati – i famigerati “PIGS” europei – non sono però gli unici a peggiorare in questo campo. Secondo l’ufficio europeo di statistica i senza lavoro nei 17 Paesi dell’Euro sono cresciuti di 113 mila unità. In un anno i disoccupati sono aumentati inoltre in 18 dei 27 stati membri della Ue arrivando a toccare il numero record di 18,8 milioni di persone.

Sono solo sette le nazioni che si salvano, ovvero in cui il dato è sceso invece che salito, tra i quali la Germania. C’è un “trend preoccupante” che si è imposto nell’Eurozona durante la crisi, spiega il Rapporto Ue 2012 su Occupazione e sviluppi sociali. La “divergenza impressionante” nel tasso di disoccupazione tra il Nord e il Sud dei suoi stati membri è arrivata fino a 7,5 punti percentuali, segnala il rapporto. Che sottolinea la “necessità urgente” di mettere a punto “meccanismi di stabilizzazione macroeconomica più efficaci”.

A dimostrare questa differenza di opportunità, c’è il dato sulla fuga dei lavoratori. Nel 2012 sono 33mila le persone che dal Sud Europa sono emigrate in Germania a caccia di un impego, arrivando ad occupare il 10 per cento dei 416mila nuovi posti di lavoro creati lo scorso anno dalla “Deutschland Ag”. Tra questi ci sono 10mila italiani, che con la loro assunzione hanno portato a 253mila il numero di nostri connazionali impiegati per il paese di Angela Merkel.

Alessandro Minissi